Cinema e sport: Mezzo destro mezzo sinistro

in #ita5 years ago (edited)

Mezzo_destro_mezzo_sinistro.png
Un fotogramma del fim, immagine di pubblico dominio

Da appassionato di sport e di cinema non posso che trovare le pellicole dedicate al mondo delle competizioni particolarmente interessanti, sia che le vicende narrate ricoprano in qualche modo un carattere storico, come nel mitico "Fuga per la Vittoria" con Sylvester Stallone, sia che esse risultino completamente inventate e raccontate in maniera goliardica e divertente, come nella pellicola trattata nell'articolo relativo al film Major League, la squadra più scassata della Lega, o in quella di cui voglio parlarvi oggi, che naturalmente fa parte della mia ricca collezione di DVD a tema.

"Mezzo destro mezzo sinistro" è un film del 1985, diretto da Sergio Martino (lo stesso regista del forse più noto "L'allenatore nel pallone"), con protagonisti il celebre duo comico bolognese Gigi (Sammarchi) e Andrea (Roncato).

Inizialmente, nella testa del regista e degli sceneggiatori, il film avrebbe dovuto rappresentare una sorta di sequel del film sul pallone per eccellenza del momento, con protagonista Lino Banfi, tanto che lo stesso attore avrebbe dovuto interpretare nuovamente il mitico Oronzo Canà, impegnato nel compiere un altro miracolo e portare alla salvezza, dopo la Longobarda, anche la Marchigiana, ma il mancato accordo economico con Banfi fece propendere per un cambio netto di sceneggiatura.

Nella versione definitiva del film Andrea Margheritoni (Roncato) è un calciatore italiano, finito a giocare nella Major League Soccer americana dopo una altalenante carriera italiana; il suo amore per il pallone non è paragonabile a quello per le belle donne, e una scappatella con la moglie provocante di un arbitro gli costa, oltre a qualche costola rotta, anche la rescissione del contratto con il dorato mondo americano.

In Italia, grazie anche alle intercessioni dell'amico Gigi Cesarini (Sammarchi) con il proprio presidente, riuscirà a farsi ingaggiare dalla Marchigiana, squadra neo promossa in Serie A, anche se, ruolo fondamentale per il tesseramento del dongiovanni romagnolo risulterà essere lo sponsor Mirtilla (Milena Vukotic), decisamente attratta più dalle qualità fisiche di Margheritoni che dalle abilità sportive.

E così, mentre le giornate di campionato si susseguono, e la formazione del duo comico bolognese naviga in piena zona retrocessione, il film ci offre l'occasione di riscoprire alcune particolarità e volti del calcio italiano dell'epoca, come il mitico Tonino Carino, inviato al seguito della squadra allo stesso modo di quanto accadeva nella realtà con le vicende dell'Ascoli, e il mai troppo compianto Aldo Biscardi, che attraverso il suo Processo del Lunedì informerà il pubblico del cambio di allenatore per la squadra protagonista del film.

Nella seconda parte della pellicola infatti gli uomini della Marchigiana vengono affidati alle cure di Juan Carlos Fulgencio (Leo Gullotta), sergente di ferro argentino dai metodi piuttosto spicci (i giocatori erano costretti a ringhiare a mo' di tigre rincorrendo gli avversari per dimostrare tutta la loro grinta), ma se possibile ancora più inviso a Margheritoni del primo coach.

La scoperta del giovane centravanti della Primavera Carlo Vacca (interpretato da un giovanissimo Pino Insegno) farà risollevare le sorti del club, relegando allo stesso tempo definitivamente in panchina Gigi e Andrea, anche se per i due scapestrati amici l'occasione del rilancio ci sarà nel finale del film, quando la Marchigiana andrà a giocare la finale di Mitropa Cup in Germania contro l'Eintracht Francoforte.

Il film, anche se a carattere prevalentemente ironico e spensierato, mostra anche ai più nostalgici una sintesi del calcio che non c'è più, quando i calciatori scendevano in campo rigorosamente con i numeri dall'uno all'undici, le rose delle squadre erano composte praticamente solo da giocatori italiani e spesso le formazioni primavera erano le vere risorse delle compagini nostrane; gli allenatori stranieri, come Fulgencio, si contavano sulla punta delle dita ed erano noti per portare in Italia metodi alternativi (uno su tutti Nils Liedholm con la sua "zona"), mentre gli italiani all'estero, come si scoprirà nella partita in Germania che offrirà al protagonista il tanto atteso riscatto, erano considerati poco più che animali da lavoro.

La visione è consigliata a tutti coloro i quali sono cresciuti con trasmissioni del calibro di "90° minuto" o "Il processo del lunedì", incollati alla radiolina per scoprire il risultato della propria squadra del cuore, e che aspettavano la sintesi di mezz'ora la Domenica pomeriggio, sperando che venisse scelta, tra le tante, la partita dei propri idoli.

Alcune curiosità

  • La Marchigiana affronta una squadra tedesca in Mitropa Cup, ma le formazioni teutoniche non hanno mai partecipato alla manifestazione.
  • Sono presenti camei di diversi giocatori dell'epoca, tra i quali anche Paolo Rossi e Carlo Ancelotti.
  • Le maglie della Marchigiana sono identiche a quelle della Longobarda del film "L'allenatore nel pallone".
  • La figura del presidente Beccaceci è ispirata a quella di Costantino Rozzi, presidente dell'Ascoli all'epoca.
  • Le scene delle partite interne della squadra sono state girate allo stadio Del Duca di Ascoli.

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Mamma mia che belli questi film, da rivedere ogni volta che li ridanno in TV anche se si conoscono a memoria!

Ogni volta il mio commento è lo stesso: "film così non ne fanno più..."