Magnus (parte 7)
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L'autore conosceva le sue capacità e si attribuisce lo pseudonimo di Magnus proprio perché sicuro dei mezzi espressivi che gli appartenevano. Ma al tempo stesso aveva preso verso il pubblico un impegno che sin dall'inizio e per sempre lo avrebbe obbligato all'eccellenza artistica, alla sperimentazione stilistica e a immettere nelle vignette tutta la propria creatività. Aveva un'inclinazione alle sfide culturali e una predisposizione per il "fumetto popolare" che non rappresenta niente di semplice per chi vuole ritagliarsi uno spazio nei vertici del comics. Scoprì ogni percorso, sperimento tutto ogni sentiero dall'erotico al grottesco al western abbattendo i confini delle convenzioni per avere un fumetto che esprimeva un linguaggio simbolico di qualsiasi immaginario.Il suo nome è Roberto Raviola si diploma alle belle arti inizialmente insegnando, ma contando sempre di diventare disegnatore di fumetti. Sogno che si realizza quando conosce lo scrittore Luciano Secchi con cui nel tempo crea un sodalizio prolifico destinato a durare nella storia del fumetto. E negli anni 60 affermano i disegni del filone per adulti e sexy, per aggiornare i gusti del pubblico che avrebbe stemperato i propri effetti anche nel cinema e nella letteratura fino ai giorni nostri. E ne fu interprete grafico più originale con il suo nero di china contrapposto al bianco della pagina, enfatizzava il crimine che si riversava nelle piazze.