The Last Dance 7

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By the seventh episode there are no more doubts.
"The Last Dance" is an unprecedented product.
A documentary, docuserie, in-depth, TV series (call it whatever you want) able to tell in a stratified way single events, single groups, single people but in their enormous complexity and in the complexity of the general picture.
The absolute protagonist, needless to say, is Michael Jordan.
In episode number 7 2 cataclysmic events of his personal story are deepened:

  • the relationship with his father James
  • the retirement from basketball in 1993

2 events perfectly linked to each other, just as his whole life had been linked to that beloved father, who died in August 1993 shortly after Michael's victory in the third ring.
A violent death, a barbaric murder, carried out by two boys intent on robbing him.
A very hard blow for MJ who lost his reference figure, the one who was always at his side before and after a race, during a hard moment and during victories.
The bond between MJ and his father was very deep and his death catapults his airness into a void that basketball could no longer fill alone.
And so, from then on, his every choice will be conditioned by his disappearance.
A few weeks after James' disappearance, MJ announces his resounding retirement from basketball.
People in tears in Chicago, a shocking press conference for the entire sports world.
MJ was empty. He had beaten Magic and Bird, won Olympic gold, became a "threepeater" and now, without James next to him, he would no longer be able to find motivation.
But MJ is not a normal person.

He's as special as comets in the sky would be

And so, instead of taking refuge in self-pity, in alcohol, in gambling, in drugs, in apathy, he decides to get involved in an unprecedented way.

Michael Jordan enters the world of professional baseball at the White Sox.

News almost more shocking than his retirement.
The whole world wonders if he'll make it, at the threshold of 30 and without a minute's activity behind him.
The dream would be to make it to the Major League.
He starts playing in the Minor League and after a great start, MJ starts making mistakes and playing badly.
The press will outclass him, sports illustrated will humiliate him.
That same vile press that had boasted absurd things about his father's death and even more absurd things about MJ's retirement.
All denials, all proven false.
But MJ is MJ for a reason and so he starts playing pro ball and becomes one of the best players in the Minor League.
The jump to the Major League was a step away, but then came the lockdown.
The pros refused to play and the league decided to start with "substitutes".
Michael in turn refused to play as a substitute.
He didn't feel like one.
It was the end of his relationship with baseball.
A necessary parenthesis to start a new life without Daddy James.
Another chapter in the legend had been written.
The legendary

He's Back

was about to arrive


Arrivati al settimo episodio non ci sono più dubbi.
"The Last Dance" è un prodotto senza precedenti.
Un documentario, docuserie, approfondimente, serie tv (chiamatela come vi pare) capace di raccontare in maniera stratificata singoli eventi, singoli gruppi, singole persone ma nella loro enorme complessità e nella complessità del quadro generale.
Protagonista assoluto, manco a dirlo, è Michael Jordan.
Nel episodio numero 7 si approfondiscono 2 eventi cataclismatici della sua storia personale:

  • il rapporto con il padre James
  • il ritiro dal basket nel 1993

2 eventi perfettamente legati fra loro, cosi come tutta la sua vita era stata connessa a quell'amatissimo padre, scomparso nell'agosto del 1993 poco dopo la vittoria per Michael del terzo anello.
Una morte violenta, un omicidio barbaro, compiuto da 2 ragazzi intenti a rapinarlo.
Un colpo durissimo per MJ che perse la sua figura di riferimento, colui che era sempre al suo fianco prima e dopo una gara, durante un momento duro e durante le vittorie.
Il legame fra MJ e il padre era profondissimo e la sua morte catapulta his airness in un vuoto che il basket non avrebbe più potuto colmare da solo.
E cosi, di li in poi ogni sua scelta sarà condizionata proprio da quella scomparsa.
A poche settimane dalla scomparsa di James, MJ annuncia il clamoroso ritiro dal basket.
Gente in lacrime a Chicago, conferenza stampa scioccante per tutto il mondo dello sport.
MJ era svuotato. Aveva battuto Magic e Bird, conquistato l'oro olimpico, divenuto un "threepeater" e adesso, senza James accanto, non sarebbe più riuscito a trovare motivazioni.
Ma MJ non è una persona normale.

E' speciale come sarebbero speciali le comete nel cielo.

E cosi, anzichè rifugiarsi nell'autocommiserazione, nell'alcol, nel gioco, nelle droghe, nell'apatia, decide di mettersi in gioco in un modo senza precedenti.

Michael Jordan approda nel mondo del Baseball professionistico ai White Sox.

Notizia quasi più sconvolgente di quella del suo ritiro.
Tutto il mondo si chiede se ce la farà, alla soglia dei 30 anni e senza un minuto di attività alle spalle.
Il sogno sarebbe quello di approdare in Major League.
Inizia a giocare in Minor League e dopo un ottimo inizio, MJ inizia a sbagliare e giocare male.
La stampa lo surclasserà, sports illustrated lo umilierà.
Quella stessa ignobile stampa che aveva millantato cose assurde sulla morte del padre e ancor più assurde sul ritiro di MJ.
Tutte smentite, tutte dimostratesi false.
Ma MJ è MJ per un motivo e cosi inizia a giocare da professionista divenendo uno dei migliori giocatori della Minor League.
Il salto verso la Major League era ad un passo ma poi arrivò il lockdown.
I professionisti si rifiutarono di giocare e la Lega decise di iniziare con i "sostituti".
Michael a sua volta si rifiutò di giocare come sostituto.
Lui non si sentiva tale.
Fu la fine del rapporto con il baseball.
Una parentesi necessaria per ricominciare una nuova vita senza papà James.
Un altro capitolo della leggenda era stato scritto.
Il leggendario

He's Back

stava per arrivare

Life isn't a train. It's a shit tornado full of gold..png

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