Selenya: l'Ombra di Porpuraria - Capitolo 8 - La Grotta
Ammutoliti dall'ennesimo segnale magico dato dai bracciali, Gano e Batina tornarono nella stanza del trono. Appena entrati notarono il Marchese delle Armi, ossia il comandante del corpo militare nonché responsabile dell'Area Addestramento, a rapporto dal Re.
"Vostra Maestà, i confini sono stati rafforzati e dai rapporti che giungono quotidianamente, pare che anche i nostri confinanti abbiano difficoltà con la nuova luna. Abbiamo intercettato alcuni messaggeri che cercavano un incontro con Voi. Adesso sono nelle Stanze del Gran Ciambellano per parlare tutti insieme. Purtroppo non si hanno notizie di Ferrante dalla Città Imperiale."
"Un breve rapporto con voce monotona tipico dei militari del regno" pensava Batina mentre attendeva il loro turno per parlare.
"Gano, Batina, ditemi che avete scoperto. E portatemi buone notizie." Il Re Venanzio sembrava invecchiato, la preoccupazione ed i problemi al tempio lo stavano provando.
"Maestà, abbiamo scoperto dei libri stranieri che parlano di ciò che ci interessa. Purtroppo non sono chiari. Dobbiamo andare ad esplorare la montagna del Monolite. E poi dobbiamo andare a cercare qualcuno che ci aiuti a tradurre questi libri. Sono certo che la soluzione dei nostri problemi sia in quella montagna. Devo solo capire come raggiungerla…"
"Gano… Batina… avete pieni poteri e piena libertà in ogni angolo del nostro regno. Con questo anello viene sancito quanto ordino. Chiunque dovrà obbedirvi e chiunque dovrà aiutarvi. Così ho deciso." Re Venanzio fece una pausa, sembrava rimpicciolito sul trono. "Riportate Trimurti tra noi. Abbiamo bisogno della serenità che ci trasmettono."
Avevano lasciato il Palazzo portando solo i libri e l'attrezzatura necessaria per scalare le rocce. In groppa a due cavalli, arrivarono all'unico sentiero noto che costeggiava la montagna. Lasciarono i cavalli ad una coppia di soldati che li avevano accompagnati ed iniziarono a salire.
Il sentiero saliva piano, sembrava che dovesse salire a spirale, ma dopo una mezz'ora di camminata trovarono la sorpresa. Una frana aveva bloccato la strada; grossi massi impedivano il passaggio e bisognava scalare il lato della montagna per arrivare alla strada che vedevano sopra la testa.
"Batina, legati questa corda in vita e metti questo pugnale alla caviglia. A Palazzo mi hanno dato degli uncini per aiutarci nella scalata, ma credo che questo sia il momento adatto per imparare ad usare i bracciali."
"Gano, ma non siamo mai riusciti ad attivarli! Ogni volta era come se agissero di propria volontà! Ma sempre quando eravamo in difficoltà; anche se ora avremmo davvero molto bisogno di un aiuto magico…"
"Batina, dolce fanciulla insicura, credi in te stessa, in noi e nei bracciali. Cerca la magia dentro di te e seguimi, scaleremo questa montagna e troveremo la grotta. Ora chiudi gli occhi e concentrati; con la mente vediti scalare la montagna; apri gli occhi e senza parlare seguimi."
Il bracciale di Gano si stava illuminando, mentre Batina chiudeva gli occhi sentiva il compagno parlottare tra sè e sè; la donna faticava a fare ciò che le era stato detto.
"Rilassati, fai dei respiri lenti e profondi, ora apri gli occhi e seguimi."
La donna sentiva uno strano formicolio scorrerle lungo le braccia, una forza mai provata la spingeva a salire e salire. Il bracciale si era illuminato!
Obbedendo a Gano fece silenzio ed iniziò ad arrampicarsi. La salita non era faticosa, e si muoveva sulla roccia come se stesse passeggiando in un giardino ben curato; la cima della montagna apparve alla sua vista e, subito dopo, vide Gano fermarsi in uno slargo scavato nella roccia.
In piedi, al fianco dell’amante, guardava giù dal costone di roccia: il bracciale era tornato inerte
Foto di Stefan Keller da Pixabay
“Gano, credo che tu debba darmi delle spiegazioni” Batina si era girata e fissava l’uomo che era al suo fianco. “Da quando è iniziata questa storia hai sempre tenuto un comportamento impeccabile. Nessun attacco di panico, nessuna crisi isterica. Hai avuto un autocontrollo che non è… NORMALE! E poi i bracciali… Sono magici e li usi come se la magia fosse una cosa normale per te… NORMALE! Io sto vivendo un incubo! Trimurti scomparsi… Il Re che trema alla vista della propria ombra… Il Signore delle Erbe ed il Tempio piovuti nel caos… Non farò un passo da nessuna parte se prima non mi dai una qualunque spiegazione. E che sia credibile!”
La donna era furiosa ed urlava con quanto fiato aveva in corpo; non le importava che qualcuno la sentisse, anche perché... chi poteva udirli? Erano soli in cima ad una montagna!
“Batina ti spiegherò tutto ma, ti prego, non interrompermi e se hai domande, aspetta che abbia terminato il mio racconto. Non è facile per me… nessuno sa del mio passato… promettimi di stare in silenzio ed io ti spiegherò, puoi farlo?” La donna annuì con la testa e attese la storia.
“Come ben sai sono nato nell’Anello Fruttato, ma mia madre non era nata là e colui che per tutti era mio padre in realtà non lo era. Mia madre era una sacerdotessa del tempio fedele all’Equilibrista. Il suo compito al tempio era creare pozioni e filtri dalle erbe. Un giorno fu chiamata dal Signore delle Erbe dell’epoca. Egli aveva avuto una premonizione… aveva sognato l’arrivo di un evento che avrebbe scosso tutti i regni di Selenya e che suo figlio e la sua compagna avrebbero dovuto lottare per riportare la pace nel continente. Mia madre, incredula, non sapeva se credere a quelle parole. Era stata consacrata bambina al tempio perché i genitori non avevano denaro per crescerla e non aveva ancora avuto un uomo.” Gano fece una breve pausa prima di continuare il discorso “Ti dovrai concedere all’Equilibrista, è lui che ha invaso i miei sogni per indicarti. Sarà lui padre di tuo figlio. Ti abbiamo già trovato un compagno che ti aiuterà a crescere il bambino e ti tratterà bene. E’ un vedovo dell’Anello Fruttato che ha già dei figli e che non ha interesse ad aumentare la famiglia. Ora va nella tua camera e prega. L’Equilibrista ti spiegherà tutto. Batina, non serve che ti spieghi cosa successe quella notte, ma dopo nove mesi nacqui io. Mia madre viveva da un paio di mesi nella fattoria di mio padre e purtroppo morì dandomi alla luce. Fui cresciuto da mio padre senza sapere niente delle mie origini, finché la notte del mio decimo compleanno l’Equilibrista mi apparve in sogno. Mi raccontò della profezia, della mia nascita e mi disse di andare al tempio per iniziare il mio addestramento alla magia.
All’inizio mi sembrava divertente studiare ed Asmodeo era un compagno di studi impagabile, ma dopo un paio d’anni iniziai a perdere interesse nello studio. La magia mi annoiava, le erbe e le pozioni non mi davano più soddisfazione e pertanto perdevano il loro effetto. Parlai a lungo con mio padre… il mio vero padre e decisi di studiare per entrare a corte come cortigiano. Il resto… sono cose che già sai.”
Non un rumore aleggiava nell’aria. L’uomo aveva terminato il suo racconto e la donna non sapeva cosa dire. I minuti trascorrevano lenti quando un tuono ruppe il silenzio.
“Batina, abbiamo una missione, dobbiamo cercare l’ingresso della grotta. Vieni, il sentiero riprende, la nostra meta è vicina.” Le prese una mano e, senza aggiungere altro riprese il cammino.
Mentre camminavo Batina ruppe il silenzio
"Al tempio parlavano della scomparsa degli dei, quindi anche tuo padre… ma riesci a parlare con lui? Oppure è riuscito a farti avere notizie…"
"No Batina, non ho notizie. So solo che è ancora vivo. Per questo voglio rimanere concentrato. Ho bisogno del tuo aiuto, la premonizione di mia madre, i bracciali, tutto dice che dobbiamo lavorare insieme. Quindi, ti prego, aiutami ad arrivare fino in fondo a questa storia."
In silenzio ripresero il cammino fino ad arrivare al luogo indicato dal libro. La grotta era ben visibile, ma la nebbia che descrivevano gli esploratori era scomparsa. Alcune piante nascondevano una specie di scritta: quello era il luogo che cercavano.
Mentre ripulivano la lapide cercando di riportare alla luce le scritte originarie, dalla grotta giungeva un sussurro come se fosse il vento a parlare
"Prescelti… Entrate… Quaggiù…"
"Hai sentito?" Dissero in coro "Ma non eravamo soli?" Nuovamente all'unisono.
Lasciarono perdere l'iscrizione ed entrarono nella grotta. Le pareti erano piene di disegni e all'ingresso c'erano due torce in attesa di essere accese. Con l'aiuto di due pietre appoggiate a fianco delle torce riuscirono ad accenderle e a fare luce.
"Gano, sembra un libro scritto a figure. Chissà cosa racconta. Dovremmo farci aiutare per leggerlo tutto… è lunghissimo."
"Batina, lo leggeremo dopo, adesso andiamo a vedere chi parlava che sento ancora una voce in lontananza che ci chiama. Non vorrei che fosse Trimurti…"
Seguiva Gano a malincuore, le pareti sembravano chiamarla, ma prima bisognava pensare alle persone e poi alle cose.
Più si addentravano e più i disegni si diradavano fino a scomparire.
"Prescelti… Fermatevi… Buio…"
La voce che aveva parlato era forte e chiara, non assomigliava alla voce di nessun Dio. Mentre Gano toglieva di mano la torcia a Batina, si alzò un forte vento che spense la loro fonte di luce lasciandoli al buio.
"Batina concentrati, attiva il bracciale, immaginati con il bracciale brillante, chiudi gli occhi e respira."
Obbedì immediatamente, sentiva la magia attraversarla e, dopo aver preso un grosso respiro riaprì gli occhi.
Nella luce viola dei bracciali si fece largo un'ombra, una persona senza volto si avvicinava; era arrivata ad un passo quando alzò una mano e poi scomparve lasciando sospesa in aria una boccetta con uno strano liquido all'interno.
"Batina usciamo, corri e non ti guardare indietro. Non voltarti MAI! Parti… ORA!"
Correvano a perdifiato mentre strani rumori iniziavano a farsi strada alle loro spalle. I bracciali illuminavano la strada, la luce esterna in fondo alla grotta si allargava sempre di più; mancavano pochi passi all'uscita, ma qualcosa afferrò loro le gambe e la boccetta prese il volo.
Era impossibile riprenderla prima che cadesse e quando, si ruppe in terra, un urlo disumano riecheggiò dal fondo della grotta.
Si stavano rialzando quando "Gano, guarda. Cosa sta succedendo?"
Del fumo giallo si alzava dal terra dove si era rotta la boccetta, la terra si stava trasformando e dove prima c’era solo roccia adesso prendeva posto una strana scritta che riportava alcune parole senza senso.
Selenya: Le sei Ombre della Luna
Le Sei ombre della Luna - immagine di @armandosodano
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