Hai già imparato ad "auto-mangiarti"?

in Italy6 days ago

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Immagine realizzata con Leonardo.ai

❗Attenzione! Questo articolo è scritto unicamente con scopo divulgativo. Per ogni consiglio riguardo alla propria salute rivolgersi esclusivamente al proprio medico di fiducia.

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Uno degli argomenti più interessanti e "di moda" degli ultimi tempi nel campo della medicina e del benessere è quello dell'autofagia cellulare, ovvero il processo secondo il quale le cellule riciclano i propri componenti danneggiati per mantenere "pulito" l'organismo.

Il termine deriva da una parola greca e significa letteralmente "mangiare sé stessi". Le cellule infatti degradano il materiale di scarto racchiudendolo all'interno di membrane a doppio strato per poi destinarlo all'eliminazione.

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Il Premio Nobel, Yoshinori Osumi, Bengt Nyman from Vaxholm, Sweden, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Questo processo, secondo il pensiero di diversi esperti del campo, guidati dal biologo giapponese Yoshinori Osumi (Premio Nobel per la Medicina nel 2016 proprio per i suoi studi a riguardo), apporta numerosi benefici all'organismo.

Secondo gli studi scientifici pubblicati, l'autofagia svolge un ruolo chiave nel contenimento dell'infiammazione, riducendo il rischio di contrarre patologie e di sviluppare cellule tumorali ed è potenzialmente in grado di allungare la vita di chi vi ricorre in maniera significativa, come sembrerebbe dimostrato dalla longevità delle popolazioni che più ne fanno ricorso.

Ma come si attiva l'autofagia? Qual è il "trucco" per indurre il nostro corpo a sbarazzarsi più in fretta delle cellule danneggiate e riportare l'interno ad uno stato di pulizia ottimale? Gli esperti hanno individuato sostanzialmente quattro aspetti fondamentali da osservare, per fare in modo di favorire il processo.

Il primo, forse il più importante, è quello del digiuno. Nei periodi in cui non riceve cibo solido da digerire, il nostro organismo è in grado di attivare tutta una serie di meccanismi di "auto-difesa", tra i quali proprio l'autofagia.

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Image by pvproductions on Freepik

A tal proposito sta prendendo sempre più piede la teoria del digiuno intermittente, abitudine che un numero sempre maggiore di esperti e nutrizionisti consiglia ai propri pazienti proprio in questo senso, descrivendolo come un importante toccasana per la salute generale.

Il digiuno intermittente prevede astinenza dal cibo per sedici ore, accompagnata da una finestra di otto durante la quale nutrirsi. La routine più consigliata è quella che prevede la cena, intorno alle ore 20, nessuna colazione al mattino e la ripresa del nutrimento con il pranzo, in barba alla teoria con la quale tutti siamo cresciuti, quella del "pasto più importante della giornata".

Ma oltre al digiuno molto importante per la rigenerazione cellulare è anche l'attività fisica. A tal proposito non servono massacranti sessioni di palestra, ma è sufficiente un impegno moderato, come una camminata quotidiana di trenta minuti a ritmo sostenuto, o venti minuti di corsa.

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Image by freepik

Esistono poi determinati alimenti che per i loro componenti naturali assumono un ruolo chiave nel processo autofagico, come il the verde, verdure quali broccoli o cavoli, frutti di bosco, ma soprattutto una spezia eccezionale e ancora troppo poco diffusa, come la curcuma.

Altri articoli scientifici segnalano poi l'aiuto apportato da alcuni integratori, tra i quali quelli a base di Resveratrolo (presente soprattutto nella buccia dell'uva, nei frutti di bosco e nelle arachidi), Spermidina (si trova in natura nel germe di grano e nella soia) e Quercetina (the verde e cappero).

Insomma, pare che per stare bene la chiave sia quella di permettere al nostro corpo di auto-ripararsi. Facile a dirsi, un po' meno a farsi, specialmente per chi la mattina è sedotto dai profumi del bar e non rinuncerebbe mai alla brioche e al cappuccino quotidiano.

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Bellissima questa notizia, perché io 2 giorni a settimana faccio il digiuno intermittente.
Chiaramente all'inizio ero spronata soprattutto dall'idea di contrastare i kili di troppo, poi mi sono resa conto che ti fa sentire meglio, in più gestisco meglio la fame e i momenti dei pasti. Adesso prima di aprire bocca mi chiedo sempre se è davvero per fame. 😉

Quando mi capita di farlo, soprattutto al mattino, di solito è più per mancanza di tempo che per altro e devo essere sincero non ho mai fatto caso ad eventuali picchi di energia in più o in meno.

Di certo con questi studi pare ormai assodato che qualche beneficio per la salute esiste, anche se di solito ad uno studio che dice "bianco" dopo un po' risponde un altro che dice "nero" e noi si sta un po' in mezzo come gli scemi...😄
Quanti anni ci hanno ripetuto che la colazione è il pasto più importante della giornata? E ora scopriamo che non è vero e che anzi, saltarla fa pure bene...

Però è un sistema abbastanza flessibile. Io ho provato varie fasce orarie. Mi trovo meglio a fare l'ultimo pasto entro le 5 di pomeriggio. Così riesco a fare colazione...non riesco proprio a saltarla.😅 Anche a me hanno inculcato il culto della colazione.😂