L’arte antica della cestineria: un patrimonio femminile e sardo
La cestineria è una delle più antiche forme di artigianato del mondo. Da secoli, ogni società ha saputo sfruttare le risorse naturali disponibili per creare oggetti utili alla vita quotidiana, allo scambio e persino al rito. Tra le tante attività manuali tramandate nel tempo, la lavorazione dei cesti occupa un posto speciale: un’arte che nasce dalla necessità, ma che nel suo intreccio racchiude anche bellezza, ingegno e cultura.
Sin dalle epoche più remote, il gesto di intrecciare fibre vegetali, erbe e giunchi ha rappresentato un modo per dare forma a contenitori indispensabili alla vita domestica. Tuttavia, non si tratta solo di utilità: in molte regioni, la cestineria è diventata una forma di espressione artistica, capace di raccontare storie, identità e tradizioni.
Va ricordato che questa era — e in molti casi è ancora — un’attività prettamente femminile. Le donne, da sempre maestre di pazienza e di manualità, dedicavano i momenti di riposo o di socialità a creare manufatti. Riunite insieme, intrecciavano non solo fili di fieno o canna, ma anche legami, confidenze e solidarietà. Le donne sono sempre state multitasking, capaci di unire il lavoro, la creatività e la cura della casa in un unico gesto fluido e armonioso.
Nel mio paese di origine in Sardegna, questa antica arte è considerata una vera eccellenza dell’artigianato locale. I cestini sardi, realizzati con fieno intrecciato e decorazioni in panno scarlatto, sono oggetti di rara eleganza e bellezza. Ogni pezzo è unico, frutto di ore di lavoro minuzioso e di un sapere tramandato di generazione in generazione. In passato, in ogni casa si potevano trovare cestini di varie forme e dimensioni: alcuni servivano per conservare il pane, altri per custodire piccoli oggetti preziosi come gioielli o ricordi di famiglia.
Non mancavano le decorazioni simboliche: il panno nero, ad esempio, veniva utilizzato come segno di lutto, a testimonianza del dolore di una famiglia. I cesti, quando non erano in uso, trovavano posto sulle pareti delle cucine, dove decoravano l’ambiente domestico con la loro semplice eleganza e con i colori naturali dei materiali intrecciati.
Oggi, purtroppo, questa antica arte sopravvive a fatica. Solo poche donne, con grande dedizione, continuano a insegnare e a praticare la cestineria, cercando di trasmettere alle nuove generazioni il valore di questa tradizione. Diverse mostre e iniziative culturali mirano a mantenere vivo l’interesse per questa forma di artigianato, riconoscendone l’importanza storica ed estetica.
Io stesso possiedo alcuni di questi cesti, testimonianza concreta di un sapere che rischia di perdersi. Mi sono divertita a fotografarli in still life, cercando di catturare, attraverso la luce e le ombre, la poesia silenziosa delle loro trame. In ogni intreccio c’è una storia, un gesto antico, un frammento di memoria femminile e collettiva che merita di essere preservato.
Le foto sono mie.


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Che belli! Li faceva anche mia nonna. Ne abbiamo uno superstite appeso in cucina, lo usavamo per essiccare i pomodori al sole, ma ora che nonna non c'è più non lo usiamo più per non rovinarlo e tenerlo per ricordo. Hai ragione questa antica arte sopravvive a fatica, nessuno di noi ha imparato a fare i cesti anche se nonna ci ha provato ad insegnarci, sono cose a cui non si pensa mai, e ora che nessuno di noi lo sa fare, ci rendiamo conto di cosa abbiamo perso. Non conosco nessuno che sappia farli, se non quando vado a qualche fiera artigianale o festa di paese allora vedo ancora qualche signora intenta ad intrecciare 🧡
eh lo so...