Bolster di una lama

in #art5 years ago

BOLSTER

Finimenti della lama

 

IMMAGINE DI COPERTINA – Immagine dell’autore

KNF Italy di Nicola 

Coltellinaio per passione e non solo...Trentino - Italy 

I bolster sono dei finimenti di una lama solitamente fatti di materiale differente dal manico e separano la lama stessa dal manico. In un coltello da chef come sto facendo i bolster sono importanti sia per ragioni estetiche che per ragioni igieniche. Un manico in legno non va benissimo quando si a che fare con cibi come la carne, sangue e minuscoli pezzetti possono incastrarsi fra lama e manico e non riusciamo a pulirli al meglio. Ecco che un bolster in acciaio inox svolge benissimo questa funzione.

In questo post voglio spiegare come faccio io i bolster e per prima cosa vediamo un esempio di come non devono esser fatti.

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UNO DEI MIEI PRIMI LAVORI – Immagine dell’autore

Nei bolster della lama precedente si vedono i pin che sono dei piccoli perni di collemento (nella foto si vedono due cerchietti, i pin appunto). Dopo vari tentativi ho perfezionato la tecnica e ora vediamo come si eseguono.

Preparo due pezzetti di metallo che saranno i bolster da applicare alla lama, un pezzo da una parte e uno dall'altra. Il materiale che ho scelto è un acciaio inox (AISI 416) ottimo da lucidare e molto simile per riflessione all'acciaio della lama.

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PEZZI IN ACCIAIO INOX – Immagine dell’autore

Bisogna avere fantasia o inventarsi qualcosa per unire temporaneamente i due pezzetti con la lama. Questo ci è utile quando andiamo a forare per unire i bolster cone dei fori a cui inseriremo i pin di collegamento.

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PIASTRE FISSATE CON PINZA – Immagine dell’autore

In questo caso mi sono aiutato con una pinza, in questo modo sono sicuro di fare i due fori perfettamente allineati.

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PROVA DI ASSEMBLAGGIO – Immagine dell’autore

Ed ecco i fori fatti e i pin inseriti per prova. E' sempre meglio contrassegnare le piastrine in acciaio (D destra S sinistra) perchè è facile poi sbagliare le lavorazioni di sgrossatura (mi è già capitato che mi sono ritrovato con due destri...).

Passo alla levigatrice per sgrossare i pezzi.

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E' tremendamente facile bruciarsi le dita!, i pezzi son piccoli e iniziano subito a scaldarsi... quante pelate di dita mi son procurato. Infatti se notate alla fine del video metto il pezzo nell'acqua e si vede il vapore salire.

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PROVA DI ASSEMBLAGGIO – Immagine dell’autore

Sono fasi di continuo monta/smonta, è d'obbligo controllare ripetutamente le simmetrie dei pezzi e se la forma che si ha in testa funziona veramente. In questo caso sono soddisfatto e si procede con il lavoro.

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PROVA DI ASSEMBLAGGIO – Immagine dell’autore

Una parte di finitura bisogna eseguirla prima del montaggio definitivo alla lama specialmente nella parte di testa (parte anteriore del bolster). Se eseguissi questa lavorazione dopo il fissaggio sulla lama mi ritroverei a dover lavorare a contatto con la lama e questa è già portata alla lucidatura finale o quasi. Non si riesce a definire il bolster senza intaccare la lama e il risultato sarà da schifo.

Con la finitura parziale eseguita si passa al fissaggio dei bolster alla lama. Per questa lavorazione si procede come si fa con la rivettatura o chiodatura. Questa è una tecnica di giunzione di due o più pezzi di metallo insieme.

Le chiodature si possono distinguere in diversi tipologie in base
all'applicazione:

  • a caldo: il chiodo viene riscaldato fino a 900°C, poi inserito nel foro e ribadito. Raffreddandosi si accorcia e va ad essere sollecitato a trazione; i lembi uniti rimangono tali per l'attrito che si forma tra le superfici adiacenti. L'unione a caldo è adatta a pareti di spessore fortemente sollecitate.
  • a freddo: il chiodo è messo nell'alloggiamento e ribadito, così la trazione è modesta, quindi pure l'attrito che si genera tra le superfici adiacenti. In questo modo l'unione è assicurata dalla resistenza a taglio dei gambi dei chiodi, e non per l'attrito. Questo secondo metodo è più usato per le lamiere, ed i chiodi son detti ribattini

Fonte Wikipedia Chiodatura
foto da wikipedia

Chiodatura

L'unica differenza con la tecnica precedente è che i chiodi non dovranno emergere dalle piastrine, dovranno essere nascosti e invisibili. Per questo si procede con la svasatura dei fori in modo tale che il metallo si vada a deformare in questa svasatura. Ultimo dettaglio da seguire è una scrupolosa pulizia... quasi chirurgica!. E' facile che sporco o semplicemente olio finisca tra foro e pin, alla fine queste cose si fanno notare.

A qusto punto martelliamo i pin fino a deformare la testa e a schiacciare il metallo nel foro e nella svasatura. Per facilitare l'operazione meglio usare un martello con testa a palla e non aver
fretta... è un'operazione da svolgere con calma e controllare spesso la posizione dei bolster.
Dopo parecchie martellate il risultato è questo.

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PIN RIBATTUTI – Immagine dell’autore

Si ritorna alla levigatrice per dare forma al tutto e una passata alla lucidatrice per controllare se si vedono i pin. La bellezza di questi finimenti è non far vedere le connessioni. Per quanto mi riguarda sono soddifatto del risultato.

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RIFINITURE – Immagine dell’autore

Scegliete voi il legno del manico

Come ultima cosa lascio a voi decidere quale legno dovrò usare per il manico della lama. Non è un manico grandissimo quindi devo andare a selezionare una essenza lignea che abbia un certo carattere. Ho selezionato questi:

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  • il primo in alto è una radica di castagno italiano
  • il secondo (con il numero 5) è una radica di castagno credo della Turchia
  • il terzo (con il numero 10) ehmm... non me lo ricordo ma mi piace la venatura
  • l'ultimo è un legno australiano red stringybark

Alla prossima e un saluto, nicola