Intervista a Guido Baroncini Turricchia, il fondatore di Helperbit, la piattaforma che sta rivoluzionando il mercato delle donazioni!

Abbiamo già parlato del progetto Helperbit più volte. Questo perché è importante che i neofiti comprendano le reali potenzialità della blockchain e non analizzino le criptovalute solo con ottica speculativa. Per chi non avesse letto gli articoli precedenti, Helperbit è una piattaforma che grazie alla blockchain sta rivoluzionando il mondo delle donazioni.

Oggi abbiamo avuto la fortuna di intervistare Guido Baroncini Turricchia, l’ideatore della piattaforma, che attraverso 12 risposte ci ha prima raccontato la storia di Helperbit per poi delineare il panorama del mondo criptovalute.

1) Chi è Guido Baroncini Turricchia?

Sono un ingegnere specializzato in sistemi informativi geografici, telerilevamento e idrogeologia nato a Imola, cresciuto a Roma e formatosi in giro per l'Europa fra Irlanda, Olanda e Spagna. Tornato in Italia nel 2012.

2) Come è nata la passione per Bitcoin e da quanto ti occupi di Bitcoin?

La passione per Bitcoin è nata nella primavera del 2013, leggendo un articolo che parlava della bolla dei bitcoin; le accuse erano simili a quelle che si leggono oggi, solo che allora il prezzo era circa sui 200 euro. Mi sono incuriosito per via della crescita esponenziale del suo valore e mi sono innamorato di una tecnologia in grado di offrire la base per una rivoluzione politico economica: da ingegnere non potevo che apprezzare una definizione parametrica di emissione monetaria e l'introduzione del concetto di scarsità nel mondo digitale.

3) Cos'è Helperbit?

E' una startup che sfrutta la tecnologia della blockchain di Bitcoin per offrire trasparenza nel campo della beneficienza e, a breve, offrire un servizio assicurativo a copertura delle calamità naturali. Tramite la piattaforma è possibile donare in modo P2P alla causa che più ci sta a cuore o ad enti coinvolti nella gestione di un'emergenza umanitaria, con la possibilità di tracciare in tempo reale il percorso della donazione. L'iscrizione è gratuita ed aperta a no-profit, enti statali, aziende e singoli cittadini. Il servizio assicurativo è ancora in fase di sviluppo e permetterà di sottoscrivere un piano mutualistico a copertura dei danni collaterali causati da una calamità, con la garanzia di avere un rimborso equo, veloce e trasparente.
Il servizio donativo è stato lanciato durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati e la start-up, attiva dal 2015, ha ricevuto numerosi riconoscimenti: è stata premiata in 6 competizioni internazionali ed è stata selezionata dalle Nazioni Unite tra i 100 progetti più innovativi per il World Humanitarian Summit.

Screenshoot della Home Page di Helperbit
Tool di Helperbit che, tramite la tecnologia GIS, mostra la geolocalizzazione dell'area colpita dal disastro in tempo reale

4) Perché hai fondato Helperbit? Qual è il suo scopo?

Helperbit è nato come risposta ad un’esigenza che anno dopo anno sta crescendo sempre di più, ovvero quella di sapere dove finiscono e come vengono utilizzati i soldi delle nostre donazioni. Lo scopo è quello di offrire ai donatori degli strumenti per poter tracciare il percorso del proprio contributo e a responsabilizzare le organizzazioni no profit nell'utilizzo dei fondi. Da una rendicontazione trasparente entrambi i soggetti ne traggono un beneficio, portando una maggiore fiducia nell'operato degli enti del terzo settore e conseguentemente un incremento delle donazioni stesse.

5) Quali sono i progetti attivi all’interno di Helperbit e come può associarsi una No-Profit?

Il servizio di trasparenza delle donazioni è attivo da poco più di un mese ed ha già raccolto l'interesse di più di dieci organizzazioni, che hanno creato un portafoglio bitcoin ed avviato raccolte fondi sulla piattaforma. Sono presenti grandi organizzazioni come Legambiente, che ha aperto una campagna a sostegno della ricostruzione post terremoto nell'Italia centrale, sia piccole realtà come i vigili del fuoco di Molinella, un comune nel bolognese, che necessitano di un mezzo antincendio.
L'iscrizione alla piattaforma è gratuita e nella prima fase la procedura di registrazione prevede l'invio di alcune informazioni, come lo statuto ed i documenti d'identità dei 3 responsabili del portafoglio multifirma bitcoin, a fronte dei quali l'associazione ha la possibilità di creare una o più campagne solidali.
Helperbit non si rivolge solo alle no-profit, ma vuole aiutare anche i singoli cittadini qualora siano colpiti da calamità naturali: gli individui che si iscrivono e completano la procedura di geoverifica diventano automaticamente possibili beneficiari diretti qualora siano colpiti da una calamità. Dall'altra parte, per mantenere un buon livello di privacy, non verrà fornita pubblicamente l'esatta posizione dei singoli soggetti colpiti, ma tutti quelli presenti nell'area interessata verranno aggregati in fasce di potenziale danno subito.

6) Cosa cambieresti all'interno della community bitcoin/blockchain?

La community sta diventando sempre più eterogenea: con la maggiore copertura mediatica dovuta al recente aumento del prezzo di bitcoin sempre più persone si stanno interessando a questo argomento. Per fortuna non sono solo individui con la speranza di un profitto veloce ma anche professionisti di diversi settori che scoprono quanto sono vaste le potenzialità di questa tecnologia e si dedicano allo studio di possibili applicazioni. Nonostante questo miglioramento ritengo che ci dovrebbe essere uno sforzo maggiore nel comunicare ai nuovi arrivati la visione alla base di questo paradigma, per non intercorrere in un interesse momentaneo dovuto solo all'hype del momento.

7) Riconosci a Bitcoin la funzione di mezzo di scambio?

La natura di Bitcoin è sempre stata un argomento controverso: mentre la funzione di riserva di valore può essere data per pubblicamente condivisa nel mondo crypto, quella di sistema di pagamento è di attuale dibattito. Credo che Bitcoin possa ritornare nel prossimo futuro ad essere un vantaggioso sistema di pagamento, adatto anche a microtransazioni, ma che nel presente ciò non sia possibile poichè le questioni di scalabilità non sono ancora risolte. L'implementazione di SegWit e lo sviluppo di Lighting Network sono due passi importanti per raggiungere questo risultato il prima possibile.

8) Chi sono secondo te le tre persone più influenti nel mondo fintech/blockchain?

Andreas Antonopolous, che stimo ed ammiro per la sua capacità di sintesi ed il tempo dedicato alla diffusione della tecnologia bitcoin.
Non si può non riconoscere l'influenza di Roger Ver, personalità da sempre nota in ambito bitcoin, che ha provato più volte ad attaccare il lavoro svolto dai developer di Bitcoin Core, creando Bitcoin Cash come l'alternativa alla scalabilità.
Vitalik Buterin
è la terza figura che merita di essere citata: pur non essendo immune da critiche, soprattutto nel caso del fork che ha portato la blockchain di Ethereum a non essere più considerata come immutabile, la nascita di questa infrastruttura ha spinto notevolmente la crescita dell'intero ecosistema.

9) Qual è il miglior prodotto fintech/blockchain che hai visto recentemente?

Openbazaar è sicuramente uno dei progetti più interessanti, erano anni ormai che si andava verso la centralizzazione nel campo della vendita online di prodotti, con Amazon ormai quasi monopolista. Openbazaar, grazie alla possibilità di scambi diretti P2P, entro 10 anni potrà rivaleggiare con i più grossi player offrendo funzionalità senza eguali.

10) Seconde te, come si posizionerà l’Italia all’interno di questo mercato?

Pur non avendo l'ecosistema imprenditoriale adatto per lo sviluppo di soluzioni fintech l'Italia ha il vantaggio di avere da sempre tanti menti creative ed un bagaglio tecnologico non indifferente. Servono più incentivi per chi vuole intraprendere attività legate al mondo blockchain ed incentivare la sperimentazione su vari livelli, anche in relazione alla Pubblica Amministrazione. Inoltre, senza dover aggiungere nuove leggi, è importante chiarire l'interpretazione di quelle esistenti nella loro applicazione alle monete matematiche.

11) Sei anche uno speleologo, hai intitolato una grotta a Satoshi Nakamoto

Dove si trova la grotta,
come l’hai scoperta, credi che Satoshi sia stato così rivoluzionario
?

La grotta si trova nella foresta pluviale della Papua Nuova Guinea. Da alcuni anni sognavo di visitare le ultime grandi foreste prima dell'arrivo dell'impatto dell'uomo e questo Natale ho organizzato una spedizione speleologica proprio in quell'area. Ho definito possibili obiettivi studiando foto satellitari e vecchi diari: non è stato facile raggiungere le tappe del percorso prestabilito, in quanto sono serviti diversi giorni di marcia nella foresta, con umidità sempre attorno al 100%.

Foto di Guido Baroncini Turricchia
Una sala della caverna intitolata a Satoshi Nakamoto

L'ingresso della grotta in questione era già conosciuto dalla popolazione locale, poichè usato come luogo per cacciare le volpi volanti, ma nessuno si era addentrato oltre. Ci siamo dunque calati più in profondità, esplorando oltre 2,5km di percorsi e documentando concrezioni favolose, fiumi sotterranei e sale immense (lunghe fino a 170 metri).
E' consuetudine che quando vengono scoperte nuove grotte gli speleologi hanno la possibilità di dedicare la nuova scoperta a chi preferiscono, come facevano per le isole i navigatori del passato. Dopo quasi 10 anni dalla nascita di Bitcoin non esisteva ancora nessuna grotta dedicata a Satoshi, una mancanza che abbiamo voluto colmare, anche perche solo grazie alla sua invenzione quel viaggio è stato per me economicamente possibile.

12) Quali sono le differenze tra Helperbit e AidCoin?

La value proposition di entrambi pare essere la stessa, cioè usare la trasparenza della blockchain per rivoluzionare il mondo della beneficienza, ma le storie delle due iniziative sono molto differenti. Dopo 3 anni di intenso lavoro ed attente valutazioni sugli aspetti informatici la piattaforma Helperbit è stata lanciata ed è ora pienamente funzionante, mentre AidCoin ha deciso di effettuare prima la raccolta fondi (ICO) e poi sviluppare il prodotto, che quindi deve ancora nascere e su cui è difficile fare valutazioni.
Se passiamo sull'analisi di aspetti tecnici, Helperbit usa la blockchain di Bitcoin, un'infrastruttura che ha dimostrato di essere sicura e che ha un network di milioni di utenti, sviluppando internamente uno dei portafogli multifirma più avanzati sul mercato e già orientato al supporto di SegWit. La soluzione di AidCoin si basa su un token ++Ethereum++, oggigiorno molto utilizzato per le ICO, ma che a mio avviso non offre alcuna garanzia, in quanto è l'azienda stessa che riconosce il proprio token e ne conferisce un utilizzo, ma non è vincolata a mantenere immutate le condizioni di rilascio nè la sua emissione. Si va quindi nell'ottica opposta alla decentralizzazione dei servizi, accentrando la fiducia su una singola azienda che ne sorregge l'intera infrastruttura. In Helperbit operiamo verso un processo di disintermediazione, offrendo pieno possesso delle chiavi private dei portafogli e permettendo che il processo donativo e di trasparenza continui anche qualora la start-up fallisca.
Inoltre il mercato delle ICO è nettamente influenzato da una forte speculazione: l'hype generato da questo fenomeno permette di raccogliere fondi anche di molto superiori a quelli ottenibili da investitori tradizionali, senza la necessità di avere metriche sullo stato dell'arte del prodotto. Dall'altra parte porre un’utility token nelle mani di investitori del mondo cripto significa che l'intero progetto è in balia degli speculatori, la cui volontà non sempre è allineata con quella della società, e potrebbero nascere problematiche nella gestione su lungo termine di tale strumento.

Spero che dopo questo intervista possiate avere le idee più chiare riguardo le applicazioni della blokchain e i vantaggi delle criptovalute.

Se volete ringraziare Guido e se volete aiutare lo sviluppo della piattaforma potete donare, anche con carta, ai progetti già sostenuti da Helperbit.

Tranquilli! Potrete tracciare le eventuali donazioni.

Grazie a Guido Baroncini Turricchia

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Bella intervista. Conoscevo Helperbit, invece quella della grotta intitolata a Satoshi Nakamoto è una vera scoperta!

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