Champions League 24/25, giochi praticamente fatti - Champions League 24/25, games virtually over [Multilanguage]

Se anche voi siete tormentati dalla domanda a tema calcistico più gettonata di questi tempi, quella sull'assordante silenzio calato circa il progetto Superlega, forse state gioco forza aspettando con una certa curiosità di veder cominciare la nuova edizione della Champions League, già ribattezzata, con enorme fantasia, "Super Champions".

La competizione UEFA più importante, che fortunatamente vedrà ai nastri di partenza, grazie all'ottimo comportamento delle squadre italiane in questa stagione, cinque nostre rappresentanti, prevede un allargamento da 32 a 36 partecipanti, più incontri per tutte e di conseguenza un montepremi maggiore da spartire tra le partecipanti.

Anche solo fermarsi ai gironi garantirà un incasso stimato sui cinquanta/sessanta milioni, vitale per le disastrate casse di quasi tutte le società tricolori. In questo scenario, ben si comprende come partecipare alla Champions League sia diventato di importanza fondamentale per potersi permettere operazioni di calciomercato di un certo livello e soprattutto per azzerare i problemi con gli indici di liquidità.

_{Il presidente dell'UEFA, Alexander Ceferin. Steffen Prößdorf, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons}

Con Inter e Milan già qualificate, la corsa presentava fino a ieri ancora tre posti a disposizione. Alla Juventus, terza al termine della 35^ giornata, per centrare l'obiettivo sarebbe bastato ottenere i tre punti casalinghi contro la già retrocessa Salernitana, malinconicamente ultima in classifica e praticamente a Torino in gita premio, per di più priva di diversi titolari.

Le agenzie di scommesse quotavano un successo della squadra campana con cifre che oscillavano tra 18 e 20 volte la posta, ovvero le stesse riservate ad eventi ritenuti altamente improbabili, ma per oltre novanta minuti questa remota possibilità è andata vicina a diventare realtà. Solo un goal di Rabiot nei minuti di recupero, in mischia dopo un azione di calcio d'angolo, ha permesso alla Signora di sfangarla e di non perdere completamente la faccia.

L'uno a uno finale tuttavia, specchio del disastroso girone di ritorno dei bianconeri (appena 21 punti raccolti in 17 giornate), è comunque valso per i piemontesi una miracolosa qualificazione aritmetica alla Champions League, grazie alla vittoria dell'Atalanta nello scontro diretto con la Roma.

Al Gewiss Stadium, nel posticipo di domenica sera, i bergamaschi si sono imposti per 2-1, in una partita dominata molto di più di quanto possa dire il punteggio finale. Incredibile la quantità di occasioni prodotte dagli uomini di Gasperini, la cui vittoria è tornata in discussione nel secondo tempo solo in seguito ad un dubbio calcio di rigore fischiato in favore degli ospiti.

I capitolini sono così stati scavalcati dalla Dea, che occupa la quinta posizione con tre punti di vantaggio proprio sulla squadra di Daniele De Rossi, per di più con una partita, quella con la Fiorentina, ancora da recuperare a fine campionato. I giochi sembrerebbero ormai chiusi, dato che per la matematica certezza di un posto in Champions League all'Atalanta basterà raccogliere tre punti contro tre squadre non irresistibili (Lecce, Torino FC e Fiorentina) e probabilmente prive di obiettivi.

Se ci aggiungiamo poi che contro l'Atalanta di questi tempi, finalista in Coppa Italia ed in Europa League, sembra impossibile giocare per tutti, le chances della Roma (o della Lazio, ora settima un punto sotto i cugini) di riacciuffare miracolosamente l'ultimo posto disponibile sembrano ridotte al lumicino. Spiace per De Rossi, che ha raccolto i cocci lasciati dal disastroso Mourinho, regalando nuova dignità alla squadra e portandola a combattere per traguardi importanti, ma la lunga rincorsa ha sfiancato il gruppo proprio sul rush finale.

_{L'ex allenatore della Roma, José Mourinho. joshjdss, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons}

Per ultimo, abbiamo lasciato il "biscottino" più dolce, la favola più bella di questo campionato, ovvero il "miracoloso" Bologna di Thiago Motta, che con la vittoria 0-2 ottenuta a Napoli si è portato al terzo posto della classifica, alla pari con la Juventus, qualificandosi anch'esso per la prossima edizione della Champions League.

Paragonando le rose della squadra emiliana a quelle di Juventus e Roma, si comprende il peso specifico di un allenatore nel motivare, migliorare tecnicamente i giocatori e trovare loro il giusto modo di esprimersi in campo. Thiago Motta ha trasformato, come nella celebre favola di Andersen, un brutto anatroccolo in un cigno, mentre Allegri e Mourinho hanno compiuto esattamente il percorso inverso, distruggendo persino quelle poche certezze presenti all'interno dei rispettivi gruppi.

Nella capitale tuttavia, si è vista almeno l'intelligenza di provare a salvare la stagione, affidando la squadra ad un altro allenatore, migliorando così sensibilmente i risultati, mentre sotto la Mole, come nel peggior incubo, si è scelto di continuare un assurdo accanimento terapeutico con il peggior tecnico della storia bianconera, per di più forte di un altrettanto assurdo contratto dorato.

Si goda i suoi soldi senza sperperarli Allegri, perché dopo questo triennio di disastri la sensazione è che gli rimarranno solo i cavalli.

Statemi bene, alla prossima!