Coppa Italia review, semifinali ritorno [Multilanguage]

in Italy11 days ago (edited)

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Il Vicenza vincitore della Coppa Italia del 1997, ultima affermazione di una squadra "provinciale". Fosforescente92, Public domain, via Wikimedia Commons

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FINALE JUVENTUS-ATALANTA

Ancora prima di addentrarci in quanto accaduto nelle due semifinali di ritorno della Coppa Italia, gli amanti delle statistiche come il sottoscritto hanno iniziato a porsi una semplice domanda: è possibile considerare ancora l'Atalanta come una squadra "provinciale", un po' come fatto dalla sua fondazione fino a circa dieci anni fa? Oppure la costante presenza dei bergamaschi nel calcio che conta, sia a livello italiano che europeo, deve propendere per assegnare anche alla Dea uno status da "grande"?

Potrebbero sembrare questioni di lana caprina, e forse un po' lo sono, ma se, come sembra più opportuno, anche i bergamaschi devono ormai a tutti gli effetti essere considerati parte del gotha del calcio tricolore, nemmeno quest'anno le statistiche sull'albo d'oro potranno essere ritoccate, con il Vicenza di Francesco Guidolini, stagione 1996/97, a conservare ancora il ruolo di "ultima "provinciale" capace di vincere il trofeo.

Difficile del resto etichettare ancora come "piccola" una squadra come l'Atalanta, costantemente in lotta per le prime quattro posizioni in campionato, abile nel raggiungere le ultime fasi delle competizioni europee praticamente ogni anno e capace di centrare la finale della Coppa Italia ben tre volte nelle ultime cinque stagioni. E che, affronterà la gara del prossimo 15 maggio da favorita per la conquista della coppa.

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L'Atalanta vincitrice della Coppa Italia nel1963. SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons

Lazio-Juventus 2-1 (ris. complessivo 2-3)

12', 48' Castellanos, 83' Milik

Ma andiamo con ordine ed occupiamoci della prima delle due semifinali, quella andata in scena all'Olimpico martedì sera tra Lazio e Juventus. Ai capitolini serviva giocare la partita perfetta per provare a ribaltare la sconfitta 0-2 patita all'andata a Torino tre settimane fa e per almeno un'ora di gioco sembravano esserci riusciti.

Di contro la Juventus, il cui obiettivo principale era non prendere goal nel primo tempo, al fine di aumentare l'ansia negli avversari e stancarli il più possibile per poi provare a colpire di rimessa nella ripresa, si trovava già in svantaggio dopo appena dodici minuti, grazie al goal realizzato da Valentin "Taty" Castellanos, su colpo di testa in seguito ad un calcio d'angolo.

Clamorosa la mancata marcatura di Alex Sandro, mandato in campo da Allegri in maniera piuttosto inspiegabile al posto di Gatti o Rugani. Si dice che il tecnico bianconero conceda continuamente presenze al giocatore brasiliano ex-Porto solo per fargli battere il record di Pavel Nedved, con il quale si era più volte scontrato quando quest'ultimo occupava la poltrona di vice-presidente del club. Sarebbe causa di un licenziamento immediato, ma conoscendo il personaggio la cosa non mi stupirebbe affatto.

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Alex Sandro, Kirill Venediktov, CC BY-SA 3.0 GFDL, da Wikimedia Commons

Dopo il goal che ha ridato speranze alla squadra e al pubblico biancoceleste (pochi, meno di quarantamila spettatori, dei quali seimila di fede juventina), la Juventus provava una timida reazione, fallendo l'ennesima big chanche stagionale con Dusan Vlahovic, che a due metri dalla porta non riusciva a colpire in maniera pulita il pallone e a pareggiare lo svantaggio.

Dopo il riposo, la Lazio è tornata in campo con la stessa aggressività vista nel primo tempo, trovando ad inizio ripresa il goal del 2-0 grazie ancora all'argentino Castellanos, che da solo è riuscito a farsi beffe dell'intera difesa, scattando sul filo del fuorigioco (casualmente per gli altri i centimetri sono sempre a favore) e a superare Perin con un diagonale perfetto.

Da quel momento in poi, a parità raggiunta, la Juve ha cominciato lentamente a riprendersi, complice anche il cambio sconsiderato di Tudor, che ha tolto dalla contesa un sempre pericoloso Felipe Anderson per sostituirlo con un decisamente più lento Matias Vecino. Pur senza creare molto, i bianconeri guadagnavano metri, trovando al rete del 2-1 con Milik da poco entrato in campo, abile a raccogliere un tiro sbagliato di Weah e a spingerlo da due passi in fondo alla rete, sorprendendo alle spalle la difesa.

Triplice fischio senza ulteriori emozioni, con l'ennesima sconfitta imbarazzante per la Juventus che tuttavia, baciata ancora una volta dalla sorte, è riuscita a raggiungere l'ultimo atto della manifestazione. Senza uno scossone, che tutto lascia presagire non ci sarà, difficile che i bianconeri possano avere la meglio in finale contro l'Atalanta.

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Il neo tecnico della Lazio, Igor Tudor. Mech867, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

Atalanta-Fiorentina 4-1 (ris. complessivo 4-2)

8' Koopmeiners, 68' Lucas Martinez (F), 75' Scamacca, 90'+5' Lookman, 90'+8' Pasalic

Anche l'Atalanta, come accaduto alla Lazio, si trovava nella situazione di dover recuperare la sconfitta dell'andata, anche se meno pesante e limitata all'1-0 subito a Firenze ad inizio mese. Ed esattamente come visto nella semifinale del giorno prima, sono bastati una manciata di minuti alla formazione di casa per segnare la via della rete, grazie al preciso diagonale di uno straordinario Koopmeiners, ben servito da Scamacca.

La Fiorentina appariva come non pervenuta e lo stesso Scamacca ha trovato la rete del raddoppio pochi giri d'orologio più tardi, con un missile da fuori area diretto sotto il sette alla sinistra di Terraciano. Un goal formidabile, tuttavia cancellato dal VAR per un pestone di Koopmeiners su Beltran ad inizio azione.

Ma i ragazzi di Gasperini in serata di grazia creavano occasioni a ripetizione: prima Koopmeiners si è visto negare la gioia della doppietta da un bell'intervento del portiere viola, poi è toccato a De Katelaere sfiorare il goal che avrebbe probabilmente chiuso la gara, con un sinistro a lato di poco al culmine di una bella ripartenza.

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Teun Koopmeiners, Ardfern, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

La Viola, decisamente in crisi da diverse settimane, ovvero dal momento dell'annuncio dell'addio di Vincenzo Italiano a fine stagione, dopo un primo tempo ai limiti dell'horror, era attesa in campo con un minimo di grinta in più, ma sono stati ancora i nerazzurri a fare la partita.

Ruggeri, a due passi dalla porta, spediva incredibilmente a lato di qualche centimetro i cross di Zappacosta e la partita sembrava mettere definitivamente la parola fine alle speranze ospiti dopo soli otto minuti del secondo tempo, quando Milenkovic veniva espulso per fallo da ultimo uomo sul lanciatissimo Scamacca.

Tuttavia, l calcio spesso è strano e bellissimo proprio per la sua imprevedibilità: a poco più di venti minuti dalla fine la Fiorentina, in inferiorità numerica, siglava inaspettatamente il goal del pareggio alla prima occasione, con un colpo di testa di Lucas Martinez Quarta, su assist di Biraghi da calcio di punizione battuto sulla trequarti campo.

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Lucas Martinez Quarta, Carlos Figueroa Rojas, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Ai viola, con in bocca un principio di gusto della finale, la gioia durava soli sette minuti, ovvero fino al secondo straordinario goal di Scamacca della serata, questa volta convalidato dopo una bellissima sforbiciata volante. Di nuovo parità nel doppio confronto, situazione durata quasi fino alla fine e che sembrava condurre verso l'epilogo dei supplementari.

La Fiorentina tuttavia, a corto di energie e incapace per filosofia di difendere bassa, concedeva paradossalmente alcune ripartenze ai padroni di casa, che in pieno recupero trovavano prima il goal qualificazione di Lookman, poi la rete del definitivo 4-1 segnata da Pasalic.

L'Atalanta ha dimostrato ancora una volta di rispecchiarsi in pieno nella definizione data da Pep Guardiola: affrontarla "è come andare dal dentista", può andar bene, ma può anche fare molto male. Il copione della finale è già scritto, con la Dea ad attaccare e la Juventus a difendersi bassa, nel tentativo di colpire grazie alla giocata di qualche singolo. O della fortuna, che di solito aiuta gli audaci e abbandona gli altri proprio quando ce ne sarebbe più bisogno.

Statemi bene, alla prossima!

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Quando si tratta di partite del genere, mi è difficile credere alla fortuna. Credo che alla fine vincerà la squadra migliore.

Forse hai ragione, ma credo che la squadra migliore in finale sia l'Atalanta, ma staremo a vedere, il calcio a volte è imprevedibile.

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Grazie mille ancora.
Ti auguro un felice fine settimana

Grazie a te, a presto e buon fine settimana!

A oggi è sicuramente favorita la Dea, sarà una bella finale.

Negli ultimi 5 anni, 10 partite di campionato +2 di Coppa Italia , se non erro l'Atalanta ne ha perse solo 2 contro la Juve. Se giocano al top questa Juve la tritano

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