Con questo post partecipo, fuori concorso e con intento unicamente promozionale, alla nuova edizione del contest "Crea un'immagine", promosso all'interno della rivista DIGITALY.

Per partecipare basta creare un'immagine, attraverso una qualsiasi applicazione di Intelligenza Artificiale, seguendo le linee guida del testo di volta in volta proposto.

Questa settimana il testo da seguire è:

Animali in fattoria

C'è tempo per partecipare fino a domenica 21 aprile, ore 23.59 italiane, il premio per il vincitore, scelto dal Team di @italygame, è del 30% delle rewards del prossimo numero di Digitaly.

FACCIA A FACCIA CON JOHN LIBECCI

Solitamente partecipo a questo concorso con qualche aneddoto personale, ma essendo nato e vissuto per oltre trent'anni in una grande città del nord come Torino, la mia conoscenza degli animali da fattoria si limita soltanto a qualche gita scolastica della scuola primaria, o al massimo alla visita di alcuni agriturismi.

Ergo, per evitare di scrivere cose banali su mucche, cavalli, capre, galline e su tutti gli altri animali che poplano la fattoria, ho pensato fosse cose un po' più saggia intervistare John, un fattore di origini italiane che oggi vive nel Wyoming. Lì, insieme a sua moglie Sara e alle loro figlie, Nichole e Michelle, gestisce una delle più grandi fattorie della zona e, con mio grande piacere, ha accettato di rispondere alle domande che gli ho inviato.

John si è dimostrato da subito molto cordiale, tanto da inviarmi anche una foto della sua famiglia, scattata con lo sfondo delle imponenti montagne del Wyoming. Un uomo davvero interessante, che sono certo conquisterà anche voi con la sua simpatia e gentilezza. Ecco il risultato della nostra chiacchierata.

_{Immagine realizzata con la IA di Freepik}

Ciao John, grazie per aver accettato il mio invito. Mi hai raccontato di essere nato e cresciuto in una piccola città del Midwest degli Stati Uniti e pertanto ti chiedo: quando avete maturato l'idea di trasferirvi nel Wyoming e perché avete compiuto questo passo?

Ciao Franco, grazie a te per l'intervista. Un saluto a tutta la comunità italiana, amo l'Italia, terra dei miei nonni. Ci siamo trasferiti circa dieci anni fa, volevamo un posto più autentico dove far crescere le nostre figlie e non ci siamo mai pentiti di questa scelta. Il Wyoming passa nell'immaginario delle persone come uno stato sperduto nel nulla, ma le sue bellezze naturali e il calore delle persone lo rendono il posto ideale in cui vivere.

E da cosa è nata invece l'idea della fattoria?

Sia io che mia moglie proveniamo da famiglie con una profonda tradizione agricola. Siamo cresciuti in mezzo agli animali e alla natura e quando abbiamo maturato la decisione di spostarci nel Wyoming subito abbiamo pensato che la cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di realizzare la nostra fattoria, un posto dove stare bene e che possa risultare utile per la comunità.

Quanto è grande la vostra fattoria? Se non ho capito male è una delle più grandi dell'intero stato...

E' verissimo, il nostro territorio si estende su alcune centinaia di acri di terreno. Può sembrare uno spazio immenso, ma è necessario soprattutto affinché gli animali si sentano a loro agio. Poi abbiamo uno spazio dedicato alle colture stagionali e la proprietà comprende anche alcune zone boschive, utili come habitat per la fauna locale.

_{Immagine creata grazie all'IA di Microsoft Copilot}

Che tipi di animali popolano una fattoria come la vostra? Quelli classici o ne avete alcuni particolari?

Come dicevi tu, gli animali della fattoria sono piuttosto classici, quelli della canzoncina di Zio Tobia. L'animale più presente sono le pecore, che alleviamo per la lana e per la carne, con cui riforniamo anche i mercati locali. Poi bovini, sia mucche che tori, e cavalli, che oltre ad aiutarci in alcuni lavori sono perlopiù animali da compagnia. Naturalmente non mancano galline e anatre, ma dall'anno scorso in famiglia sono entrati anche due dolcissimi alpaca, Minù e Prezzemolo.

Accennavi prima alle colture. Che cosa coltivate?

Soprattutto fieno e foraggio per gli animali, che così possono essere nutriti principalmente con mangimi biologici e naturali. Poi a seconda della richiesta del mercato locale piantiamo pomodori, zucche, peperoni, ma anche frutta, come fragole e meloni.

Un lavoro immenso che immagino non possiate svolgere da soli...

E' vero, abbiamo un prezioso team di collaboratori che ormai da anni lavora in sinergia con la nostra fattoria, ma nei periodi di maggior picco di lavoro assumiamo anche stagionalmente ragazzi che intendono approcciarsi al mondo del lavoro o personale che viene dall'estero e che in cambio della propria prestazione di lavoro riceve vitto e alloggio gratis in una delle nostre casette. E' un modo come un altro per pagarsi le vacanze e fare un'esperienza nuova.

Fantastico, mi candido anche io per la prossima estate!

Mi farebbe molto piacere, delle braccia in più fanno sempre comodo, e per i bambini possiamo organizzare delle piccole attività da svolgere sotto la supervisione delle mie figlie.

_{Immagine creata grazie all'IA di Microsoft Copilot}

In quest'ultima parte di intervista vorrei farti delle domande un po' più personali, alcune anche scomode. Me lo permetti?

Nessun problema, puoi chiedere quello che vuoi, basta che non si tratti dei numeri della carta di credito...

Non arriverò a tanto, promesso. La prima riguarda le tue origini italiane: hai ancora legami con il nostro Paese?

Con il tempo purtroppo i legami con l'Italia si sono un po' affievoliti. In Calabria manteniamo ancora qualche lontano parente e degli amici, ma vista anche la distanza e le difficoltà nel compiere uno spostamento simile facciamo fatica a tornarci ormai da molti anni. Tuttavia siamo orgogliosi delle nostre origini italiane, spesso prepariamo piatti della tradizione italiane e invitiamo gli amici a cena per festeggiare le festività italiane. Seguo anche il campionato di calcio italiano, mi informo sui risultati, ma non trovo più la Reggina, la squadra dei miei nonni. Che fine ha fatto?

E' una lunga storia, te ne parlerò in privato. Quello che credo i miei lettori vorrebbero ti domandassi a questo punto è questo: come si fa ad uccidere degli animali che hai allevato, intendo quelli destinati alla macellazione per il mercato della carne. Non provi dispiacere o rimorsi?

E' indubbiamente la parte più difficile del nostro lavoro. Credo sia impossibile non provare rimorsi o dispiacere ogni qual volta un animale che hai allevato e visto crescere viene sacrificato, ma cerchiamo di recuperare queste sensazioni negative pensando al bene apportato alla comunità attraverso la fornitura di carne di ottima qualità. Cerchiamo di prenderci cura al meglio del benessere degli animali durante la loro vita e facciamo in modo che il processo di macellazione avvenga nella maniera meno traumatica possibile, attraverso la sedazione preventiva.

Avete mai dovuto affrontare le proteste di gruppi di animalisti o altri gruppi organizzati?

Fortunatamente mai in maniera diretta, intendo dire qui nella proprietà o lungo i suoi confini. La nostra fattoria è molto rispettata nella comunità proprio per le sue pratiche trasparenti di allevamento e macellazione, ma comprendiamo come questo possa urtare la sensibilità di alcune persone e per questo siamo sempre pronti al dialogo con tutti.

Grazie per la disponibilità John, è stato un vero piacere!

Grazie a te, ti aspetto allora in fattoria insieme alla tua famiglia! Un saluto all'Italia e a presto!

_{Immagine creata grazie all'IA di Microsoft Copilot}

L'intervista finisce qui. Se anche voi siete rimasti catturati dalla simpatia del nostro amico e state pensando di trascorrere da lui un periodo di lavoro in cambio di una bella vacanza tra le verdi aree del Wyoming, mi dispiace dirvi che purtroppo il caro fattore, come i più accorti avranno già capito, non esiste, e questa è solo una dimostrazione di come sia possibile partecipare a questo contest in una varietà infinita di modi.

John è un personaggio creato, secondo le indicazioni da me fornite, dall'Intelligenza Artificiale di ChatGPT, seguendo un po' il filone di questo contest. Naturalmente non si tratta di un copia e incolla, vietato dalle regole della piattaforma, e le risposte fornite dalla IA sono state tutte reinterpretate e accomodate dal sottoscritto, in modo da renderle il più verosimili possibile.

Di certo un John Libecci in carne ed ossa esiste davvero là fuori e magari presto riusciremo davvero a portarlo sulle colonne di Steemit, ma per il momento occorre pazientare ancora un po'.

Statemi bene, alla prossima!

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