Il lavoro come fonte di sviluppo umano e sociale: la lezione di Adriano Olivetti (by @kork75)

in Italy4 months ago
Adriano Olivetti e la sociologia nel lavoro

Adriano Olivetti (11 Aprile 1901 – 27 Febbraio 1960) può essere considerato un imprenditore visionario nel panorama economico-aziendale Italiano. Questa sua reputazione é frutto non soltanto delle sue straordinarie capacità manageriali e del design rivoluzionario dei suoi prodotti (si veda la celebre Lettera 22) , ma anche e soprattutto, dal suo tentativo di adottare un modello di gestione aziendale utopistico per quel periodo.

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Olivetti riconobbe nei lavoratori la chiave del vantaggio competitivo per la sua azienda e nell'integrazione tra la loro vita lavorativa e privata un elemento cruciale per favorirne la crescita e lo sviluppo personale oltre che professionale. Nei suoi celebri discorsi, pronunciati ai lavoratori degli stabilimenti di Ivrea e Pozzuoli negli anni '50, Adriano ha esortato più volte i suoi dipendenti a riconoscere il profondo legame spirituale che esiste tra l'azienda e i suoi collaboratori e a svolgere quotidianamente il proprio lavoro con spirito di cooperazione, supporto e reciproco rispetto. Per illustrare tale concetto, di seguito sono presentati due brevi estratti di tali discorsi, integralmente riproposti nel volume Ai Lavoratori (2012) pubblicato dalla casa editrice Edizioni di Comunità:

[...] «Perché lavorando ogni giorno tra le pareti della fabbrica e le macchine e i banchi e gli altri uomini per produrre qualcosa che vediamo correre nelle vie del mondo e ritornare a noi in salari che sono poi pane, vino e casa, partecipiamo ogni giorno alla vita pulsante della fabbrica, alle sue cose più piccole e alle sue cose più grandi, finiamo per amarla, per affezionarci e allora essa diventa veramente nostra, il lavoro diventa a poco a poco parte della nostra anima, diventa quindi una immensa forza spirituale» (Olivetti, 2012: p.33).

«A noi dirigenti spetta tutta la responsabilità di farla diventare [l'azienda] a poco a poco una cellula operante rivolta alla giustizia di ognuno, sollecitata dal bene delle famiglie, pensosa dell'avvenire dei figli e partecipe infine della vita stessa del luogo che trarrà dal nostro stesso progresso alimento economico e incentivo morale» (Olivetti, 2012: p.41).

Queste parole rivelano la concezione “olivettiana” dell'azienda come una comunità umana, in cui i lavoratori non sono solo dei semplici esecutori di compiti meccanici, ma dei soggetti attivi e responsabili, dotati di una propria dignità e identità. L'azienda non è solo un luogo di produzione di beni materiali, ma anche di valori spirituali, culturali e sociali. L'azienda non è solo un'entità isolata dal contesto in cui opera, ma una forza positiva di trasformazione della realtà circostante. Per rendere concreta questa visione, Olivetti mise in atto una serie di iniziative innovative per il suo tempo, volte a migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei suoi dipendenti e delle loro famiglie. Tra queste, possiamo citare: la riduzione dell'orario di lavoro a 45 ore settimanali, l'introduzione di una paga minima garantita, l'istituzione di un sistema di partecipazione agli utili, la creazione di un servizio medico e sociale interno, la realizzazione di alloggi, scuole, asili, centri culturali e ricreativi per i lavoratori e i loro familiari, il sostegno a progetti di sviluppo locale e cooperazione internazionale. Queste iniziative non erano motivate solo da una generosità filantropica o da una strategia di marketing, ma da una convinzione profonda che il benessere dei lavoratori fosse la condizione necessaria per il successo dell'impresa e per il progresso della società. Olivetti riteneva infatti che il lavoro fosse non solo un mezzo di sussistenza, ma anche un'occasione di crescita personale e collettiva, di espressione delle proprie potenzialità e di contributo al bene comune. In questo senso, il lavoro aveva per lui un valore etico ed educativo, oltre che economico.

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Tuttavia, la visione non fu esente da critiche e difficoltà. Alcuni studiosi hanno messo in evidenza i limiti e le contraddizioni del suo modello di gestione aziendale, sia dal punto di vista teorico che pratico. Dal punto di vista teorico, si è sottolineato come il pensiero di Olivetti fosse influenzato da una visione idealista e paternalista della società, in cui l'armonia tra le classi sociali era data per scontata e il conflitto era visto come un'anomalia da superare. Inoltre, si è evidenziato come il suo discorso fosse permeato da una retorica religiosa e moraleggiante, che tendeva a esaltare il ruolo dell'imprenditore come guida spirituale e benefattore dei lavoratori, senza riconoscere la loro autonomia e capacità critica. Dal punto di vista pratico, si è osservato come le iniziative di Olivetti fossero spesso frutto di decisioni unilaterali e verticali, senza una reale partecipazione dei lavoratori alle scelte che li riguardavano. Inoltre, si è notato come le sue politiche sociali fossero spesso subordinate agli interessi produttivi dell'azienda e non sempre rispondenti ai bisogni reali dei lavoratori. Infine, si è constatato come il suo modello fosse difficile da replicare e mantenere nel tempo, a causa delle resistenze interne ed esterne che incontrava e della mancanza di una solida base economica e organizzativa. In conclusione, possiamo dire che Adriano Olivetti è stato un imprenditore eccezionale nel panorama economico-aziendale italiano, per la sua capacità di coniugare innovazione tecnologica e responsabilità sociale. La sua visione del lavoro come fonte di sviluppo umano e sociale è ancora oggi fonte di ispirazione per chi crede nel valore della cooperazione e della solidarietà. Ma, non possiamo ignorare i limiti e le contraddizioni del suo modello di gestione aziendale, che richiede una riflessione critica e un aggiornamento costante alla luce delle sfide del presente.

Fonti e approfondimenti

Olivetti A., Ai Lavoratori (2012), Edizioni di Comunità
Berta G., L'impresa responsabile (2006), Einaudi
Catino M., Adriano Olivetti: tra utopia e realtà (2011), FrancoAngeli

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Greetings by @kork75👋

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Sapeva far sentire i suoi dipendenti parte dell'azienda non soltanto dal punto di vista lavorativo ma come una grande famiglia, questo è il segreto.
Gli imprenditori di oggi hanno sicuramente una visione opposta a quella di Olivetti.

Quelli erano veri imprenditori non questi 4 cazzari mantenuti dallo stato.

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