EROINA - LA CONSAPEVOLEZZA

in #ita6 years ago

La Consapevolezza

By Cantastorie


Buongiorno a tutti e infinitamente grazie dei complimenti. sono alcuni giorni che mi frulla in mente una strana idea. Noto con piacere che le mie storie vi appassionano, quello che scrivo è frutto di esperienza personali, sono "fatti" (mai termine fù più appropriato) realmente accaduti.

Dai commenti ho notato che molti si meravigliano del fatto (ridaje) che io ne parli con così tanta semplicità. Un pò il mio compito è facilitato dall'anonimato che mi garantisce questo account ma anche se dovessi farlo mettendoci nome e cognome non sarebbe un gran problema.

Io sono Orgoglioso di essere riuscito a sconfiggere il demone e non mi vergogno a dirlo. Come vi dicevo prima, ci sto pensando da alcuni giorni, quasi quasi ci scrivo un libro. Poter condividere la mia storia con altre persone potrebbe essere un ottimo deterrente e sopratutto potrebbe far capire alle nuove generazioni che tipo di mostro è l'eroina.

Non credo di riuscire a fare una ricostruzione cronologica di tutto quello che è accaduto, sono ricordi, flashback che mi ritornano in mente piano piano per cui questo sarà l'ordine in cui lo scriverò.

Non seguirò una linea temporale precisa, racconterò gli episodi così come mi tornano in mente. Comunque esistono "TRE " epoche diverse

IL PRINCIPIO

LA DIPENDENZA

LA CONSAPEVOLEZZA

Sono tre fasi diverse che ogni tossicodipendente vive, molti purtroppo si bloccano alla seconda e non riusciranno mai a passare alla Terza epoca. Resteranno intrappolati in un vortice che li risucchierà sempre più velocemente verso la morte.


Fonte PIXABAY Immagine CC0 creative commons


LA CONSAPEVOLEZZA

Ricordo di quando entrai in comunità, si chiamava CENTRO LE ALI e si trova a Caserta, non fù semplice, prima di arrivare ad entrare in una comunità devi aver gia passato le prime due fasi e credetemi non è cosa da poco.

Feci insieme alla mia famiglia dei colloqui preliminari con degli operatori e dopo tre colloqui, uno a settimana, mi fecero accedere alla comunità. Non era una residenziale, cioè non dovevo stare lì' giorno e notte, andavo di mattina e tornavo la sera, o meglio, Mi accompagnavano la mattina e venivano a riprendermi la sera, quei poverini di mio padre e mia madre hanno fatto sacrifici enormi pur di aiutarmi.

La comunità era composta da tre gruppi distinti, il primo gruppo si chiamava ORIENTAMENTO , il secondo INTERMEDIO ed il terzo PRERES che stà per pre residenziale. Normalmente rimanevi in gruppo finchè l'operatore non riteneva che tu fossi pronto a passare a quello successivo, io non sono mai riuscio ad arrivare all' ITERMEDIO, ero un pessimo soggetto.

Il capo di questa comunità era un prete di Caserta, Don Pino, un prete diverso dagli altri, giovane, piacione e intelligentissimo, dopo alcuni mesi che frequentavo la comunità ed ero sempre nel gruppo orientamento don Pino un giorno mi chiese di accompagnarlo a fare delle commissioni. In macchina parlammo del più e del meno, soliti discorsi, droga, donne, calcio, insomma si spaziava da un argomento all'altro finché non mi guardo fisso negli occhi per un attimo, il suo sguardo ritornò subito sulla strada e fece un sorrisino beffardo, da quel momento non parlò più.

Onestamente il suo comportamento mi meravigliò, cosa avevo detto di sbagliato?, cominciai a farmi mille pippe mentali. Lui se ne accorse e mi disse : "Pasquà, voi tossici siete tutti uguali, siete fatti con lo stampino credete di arrivare in comunità e risolvere il problema in quattro e quattro otto ma non è così, finchè non ammetterai a te stesso di essere uno schifoso tossico non riuscirai mai ad uscirne, Pasquà, ci vuole la consapevolezza , prima la trovi e prima farai un'altro piccolo passo verso la luce.

Don Pino aveva ragione.


Fonte PIXABAY Immagine CC0 creative commons


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Ma si, un'ottima idea quella di scrivere qui random e poi raccogliere tutto e curarlo magari per un libro!
Continuerò a leggerti!
Mi chiedevo, ma dopo esserne uscito, ti è mai capitato di fare del volontariato li in comunità?

Grazie @aditili, continuerò a raccontarmi e ne farò un bel libro. In merito al volontariato in comunità non l’ho mai fatto, ho sempre avuto paura !

Mi sarei ritrovato di nuovo in un mondo fatto di dolore e sofferenza, io sono una persona molto sensibile e tendo ad immedesimarmi nel prossimo, avrei sofferto come un cane. Assorbo le emozioni degli altri e questa cosa avrebbe potuta essere pericolosa per me.

Già... tutto deve essere valutato al meglio, in primis x te stesso... hai fatto bene ad evitare allora, però chissà, magari in qualche associazione x adolescenti (non problematic i) proprio la tua sensibilità potrebbe essere una buona risorsa da poter mettere a disposizione un giorno! 😉

Hai davvero un grande coraggio, bravo!

complimenti per aver ripreso la tua vita in mano! ...aspetterò di conoscere le altre due fasi! :)

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