Genova.

in #ita6 years ago (edited)

E così ci eravamo dati appuntamento in una città a metà strada, che il caso vuole sia anche una delle città che più mi affascinano. Genova.

Pensavo a qualcosa in giornata, ma si optò per un weekend. E io non sapevo come comportarmi, era quasi un appuntamento al buio con una persona con cui avevo trascorso soltanto una serata in compagnia e una mattinata a Padova. Ma le sue parole mi ispiravano fiducia, così mi lanciai.

Non mi aspettavo una stanza in un hotel 5 stelle, mi pareva troppo pretenzioso e scoppiai a ridere di una risata che raccoglieva tutta l'assurdità del contesto, degli affreschi sui muri e della mia ansia. Lui mi domandò perché ridessi, non seppi rispondere. Cercai di fingere disinvoltura e presi tempo facendomi una lunga doccia, prima di uscire.

Passammo la notte a raccontarci i sistemi reconditi delle nostre menti, mentre io ricevevo continue telefonate da clienti in viaggio, e ci bevevo su. Lui mi disse che era la prima volta che non accusava l'alcol, io mascherai il moscow mule che mi stava dando alla testa parlando al telefono in in inglese strascicato, mentre dall'altro capo una ragazzina danese piangeva perché aveva perso il telefono e tutte le foto della sua vacanza. Avrei potuto fare qualcosa? Avrei potuto chiamare tutti e 8 i pullman, per accertarmi che il telefono non fosse rimasto a bordo? No, mi spiace, non ricordo assolutamente il nome dell'autista, li chiami tutti. Scorrevano le ore, scorrevo i numeri degli autisti, scorrevo attentamente ogni dettaglio di quel ragazzo che se ne stava accanto a me, fumando pazientemente una sigaretta dietro l'altra.

Percorremmo tutto il lungo mare due volte, e io mi domandavo se mai mi avrebbe baciata o se forse era meglio così. Tornammo in hotel che era notte fonda, ci infilammo sul terrazzo da cui si vede tutta la città. L'aria era fredda e profumava di mare.

Mi chiese dei miei tatuaggi e passò le dita sui contorni di quello a cui tengo di più, fiore per fiore. Io sentivo il cuore che mi batteva forte tra le braccia, ma sperai che lui non sentisse. Mi strinse forte mentre dormivamo, e fu un'altra sorpresa.

Ci svegliammo troppo tardi e dovemmo preparare le borse troppo in fretta. Ma, poco prima di balzare in piedi, mi guardò fisso negli occhi, mi sorrise di un sorriso caldo che non vidi più, e mi diede due baci sulla bocca, tenendomi la testa tra le mani.

All'Acquario c'era poca coda, eravamo gli unici in cassa, così un venditore ambulante si avvicinò e recitò la sua solita piéce teatrale di complimenti rivolti a me, chiedendo a lui se fossi sua moglie. Ero fin troppo abituata alle risposte imbarazzate dei miei compagni, che solitamente biascicavano con fare vergognoso "è un'amica", così mi allontanai per evitare di partecipare a quell'umiliante teatrino che ero sicura da lì a poco si sarebbe svolto. Volevo evitargli l'imbarazzo delle giustificazioni. Lo sentii in tutta tranquillità dire "è la mia ragazza", e vidi tutta la sorpresa sul mio volto quando accettò ben volentieri di farsi legare un braccialetto portafortuna al polso, uno per lui, uno per me. Lo ammonii sull'impossibilità che quei "cosi" si slegassero da soli, era davvero convinto di tenersi quel braccialetto al polso? Sarebbe rimasto lì anni, a meno che non l'avesse tagliato volontariamente.

Aveva avuto la premuta di prendere un treno successivo al mio, in modo da non lasciarmi sola ad aspettare. Lui andava da una parte. Io dall'altra. Salii sul treno senza la certezza che ci sarebbe stato un secondo incontro.
Appena presi posto lo sentii dal finestrino: "Che ci fai lì, scendi a darmi un bacio".

Il braccialetto, il venditore, me lo legò al polso in cui ho tatuato Loveless.

È ancora lì, a tagliare in due la scritta.

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(foto dell'autrice)

Sort:  

Bellissima storia... sono un romanticone quindi quando vedo storie come questa e soprattutto scritte bene, mi emoziono.
Bravissima.

ahahaha siamo in due qui :D

mi è piaciuta tanto. io poi sono di Genova, ma questo non conta..
continui a scrivere in un modo che mi piace molto molto.

Grazie <3

Genova è una città meravigliosa, la amo molto perché è viva e malinconica. Non vedo l'ora di tornare.

la foto è tua?.....ma, soprattutto, lo rivedi?

e sì, tutto è successo un anno fa e ancora andiamo avanti e indietro in una storia a distanza, con i nostri braccialetti al polso :)

certo che è mia la foto! è il mio polso!

Che storia romantica, ti auguro che il lieto fine che hai trovato continui a renderti felice.

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