Alla scoperta del Kenya #Day 10 - Una giornata di sport
Inizia un'altra giornata di sole sulle spiagge di Galu Beach e, con il senno di poi, posso dire finalmente che oggi è stata una giornata totalmente soleggiata, non caldissima, siamo intorno ai 30 gradi, ma qui c'è un sole che non perdona anche a queste temperature e la dimostrazione è che siamo entrambi coloratissimi con pochissimo tempo sotto il sole, e la tendenza è più al rosso che al nero.
In realtà anche oggi me la sono presa comoda, arrivando in spiaggia verso le 10.30 e, mentre ero all'ombra che mi organizzavo sul tipo di creme e la quantità da mettere, ecco che si palesa la prima attività sportiva della giornata: beach soccer. E' da Natale che non gioco, quando un Thailandia-Italia a Phi Phi Island finì con la vittoria degli ospiti 1-0 con una mia rete.
Non posso dire di no a quest'altra sfida e, come ogni ultratrentenne che si rispetti, con un fisico a fine carriera e la testa di un bambino di 8 anni, mi fiondo sulla spiaggia per iniziare questo incontro che stavolta ha più il sapore di Germania (con me ed un altro ragazzo "naturalizzati" al momento) - Kenya.
Recupero palla difensivo
Fase d'impostazione
Kenyani fisicamente prestanti (i cosiddetti Beach Boys), tecnicamente validi, ma come tutti i paesi africani poco disciplinati e concreti. Nonostante un possesso palla intorno al 10%, in pochi minuti andiamo avanti per 2-0, allorché decido di lasciare il mio posto a salvaguardia della porticina per lanciarmi in un paio di dribbling e finte di cui non ricordavo di essere capace. Subito però il 2-1, c'è bisogno di dare equilibrio alla squadra, viste le capacità non proprio esaltanti dei compagni, per cui torno dietro e, complice una formazione di casa tutta sbilanciata, riusciamo in contropiede a chiuderla sul 5-1, con l'ultimo gol realizzato da me dopo una cavalcata conclusasi con un uno-due micidiale a pochi passi dalla porta. Anche in questo caso, come in Thailandia, a parte qualche foto generica nessuno è lì a tramandare ai posteri la mia impresa.
Mentre do indicazioni. Credo che a fine carriera mi cimenterò nel ruolo di allenatore
Ne esco fisicamente bene, niente di rotto, respiro regolare, un paio di kg persi col sudore ma recuperati con la sabbia appiccicata ad ogni cm del mio corpo, ma per quello basta una doccetta rinfrescante.
Da segnalare quello che mi capita ormai da 5 anni in terra tedesca: richiesta di pausa per bere, gente che alle 11:45 invoca improbabili fischi finali per andare a pranzo ed uno alla volta gente che sparisce senza neanche salutare. Partiti 6 vs 6, saliti a 7 con l'arrivo di un papà con i figli (quindi 9, ma vabbè...), al momento dell'ultimo gol siamo in 4 ed un kenyano aveva cambiato per supportarci! Cose che in Italia neanche concepiamo, ma fa parte della cultura, anche questo va rispettato e le imprecazioni meglio tenerle per sé.
A questo punto, meritata pausa pranzo, ritorno in camera per una sciacquata più approfondita e per mettersi la crema, visto che l'oretta di gioco sotto il sole ha già dato i suoi frutti, colorandomi le spalle che iniziano un pochino a bruciare, per fortuna in maniera leggera, e usciamo di nuovo a prendere posto davanti alla spiaggia.
Parto per dedicarmi alla lettura, avendo trovato un interessante libro (in tedesco) dedicato ai principali, più influenti e vincenti allenatori di calcio dell'ultimo decennio: Guardiola, Mourinho, Ancelotti, Zidane ed altri. Per chi come me ha la passione nel sangue, un qualcosa da non perdere.
Solo che non faccio in tempo a finire il prologo ed un altro animatore si affaccia per invitarci a giocare a beach volley; oggi mi sento in forma, direi che si può fare anche questa. La differenza è che se a calcio riesco a sopperire al fatto che i compagni di squadra di rado abbiano visto un pallone nella vita con una buona organizzazione ed una minima tecnica di base, in questo caso sono io ad aver bisogno del supporto di compagni di squadra più bravi, ma siccome anche qui il pallone resta un oggetto sconosciuto ai più, le mazzate prese sono sonore ed, ovviamente, come sempre accade giocando con chi non è capace, per provare a recuperare l'impossibile mi faccio male lievemente anche ad un piede.
In azione durante il beach volley
Terminati i due canonici set, preferisco conservare salute e nervi facendo una passeggiata, visto che siamo in una zona del terzo hotel ancora inesplorata. Niente di particolare, vaghiamo tra le casette senza una meta, prima di arrivare alla reception e tornare indietro.
Albero gigante nel mezzo delle casette del primo complesso
Solita invasione di scimmie delle 18. Stavolta per poco una non riesce ad infilarsi in camera
Intanto inizia a farsi buio, io sono ancora inzuppato di sabbia e sudore dopo il beach volley, quindi conviene rientrare e farsi la doccia, c'è la Champions League stasera e, pur non seguendola assiduamente di solito se non per la squadra per cui tifo (Inter), essendo in vacanza decido di farlo. Dopo aver superato con destrezza anche gli ultimi residui dei problemi intestinali di venerdì notte, si passa alla cena e ci affacciamo a vedere lo spettacolo di oggi: ci sono i Masai, una tribù diversa da quella che visitammo all'inizio della nostra avventura, ma riconoscibilissimi dai tipici versi durante le danze tipiche e dall'abbigliamento.
Immagine tratta dallo show dei Masai
I simpatici Masai si concedono per qualche foto prima di salutarci
Terminate le danze e scattate un paio di foto, mi reco al bar del nostro hotel, molto poco frequentato, per guardare in pace qualche partita, prima di ritirarmi in stanza ed andare a nanna.
La mia concentrazione davanti alle partite
Oggi c'è stato qualche spunto sportivo interessante, tra calcio giocato, letto e guardato mi sono divertito molto e ho rotto un po' la noia delle giornate trascorse sdraiato a non fare niente, che per Tati sono il succo di una vera vacanza, mentre a me provocano più stress che se andassi a lavoro.
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da ragazzina mi piaceva molto giocare a pallavvolo sulla spiaggia
@wisher non c'è un'età per queste cose (forse dopo i 60 magari non è consigliato) :)