La crisi vista dalla stampa italiana: Prodi chiede di continuare la corsa verso l'abisso

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"Perché nel cervello d'un coglione il pensiero faccia un giro, bisogna che gli capitino un sacco di cose e di molto crudeli"

Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte.

Interessantissima l'intervista a Prodi di oggi su La Stampa. L'ex Presidente del Consiglio dice i due passi che secondo lui dovremmo fare per uscire dal disastro epocale in corso:

1. Lancio di un piano con Eurobond (cioè debito Europeo) da centinaia di miliardi. Giusto, va bene, è quello che diciamo. Ma è quello che i tedeschi non vogliono. Non intendono fare cassa comune. Niente debito comune. Al punto 2 Prodi ci spiega come convincerli;

2. Testualmente Prodi dice: "L'Italia deve riorganizzarsi e diventare attrattiva per le imprese che vogliono trasferirsi qui". Come fa una nazione a diventare attrattiva per i cosiddetti capitali esteri? Ci sono due strade:
   2a) Svalutare la propria moneta che rende più convenienti gli acquisti in Italia. Possiamo farlo? No, perchè non abbiamo una moneta, abbiamo l'Euro.
   2b) E allora come puoi convincere un tedesco ad aprire uno stabilimento qui? Per esempio se un ingegnere tedesco guadagna 3000 euro e uno in Italia 1000 e se un operaio in Germania guadagna 2000 e in Italia guadagna 500 euro (come un Polacco) l'azienda tedesca potrebbe farci un pensierino. Oppure ancora, se per un azienda chimica le norme ambientali costano 10 milioni l'anno e in Italia sono meno rigide (al costo di tumori e distruzione dell'ambiente) da spendere solo 1 milione l'azienda chimica straniera ci può pensare ad aprire uno stabilimento qui. Oppure ancora tagliando il salario differito e indiretto (il welfare a partire dalla sanità, dalle pensioni e dalla scuola) al fine di abbassare le imposte che lo stato applica alle attività produttive. Le strade possono essere solo queste, prese singolarmente, oppure facendo un mix di provvedimenti. Altre possibilità non ci sono.

In altri termini se non svaluti la moneta, svaluti il lavoro e svaluti le tutele giuridiche ambientali, sui diritti sociali ecc. Questo intende Prodi. Che è quello che facciamo da 30 anni. Ora dopo questa catastrofe (posto che il Dogma Europeo e dell'Euro non può, secondo Prodi, essere messo in discussione neanche in via teorica e ipotetica) Prodi ci dice che forse, - forse - se accettiamo di trasformarci in rumeni, polacchi o tunisini può darsi che i tedeschi in parte decideranno di mutualizzare con l'Eurobond quanto ci hanno fregato con la truffa dell'Euro.

Lui ritiene che alla catastrofe non c'è alternativa oltre all'accettazione dell'impoverimento perchè il costo dell'uscita dall'euro sarebbe comunque troppo alto (come sempre, sono 20 anni che sappiamo che l'Euro è una fregatura). E se tra un anno ci fosse un terremoto? Con conseguente ulteriore esborso dello Stato? Dovremmo accettare il livello di vita del Sudan? E se fra 10 anni ci fosse o una guerra o un'altra epidemia? Dovremmo accettare l'impoverimento a livelli congolesi? Quando è la fine? Quando? Prodi chiede di continuare la nostra rincorsa verso l'Abisso. Questa è la verità.

Io dico unica risposta è ItalExit. Cinque anni di sofferenza e ripartiamo liberi, non in eterno schiavi delle sanguisughe nordeuropee. Mai dimenticare i nord europei il senso del limite non sanno cosa sia. La pietas cristiana loro non la concepiscono.