FERRAGOSTO IN CITTÀ

in #ita6 years ago

Prima di auto-esiliarmi a Malcontenta di Mira (VE) per amore, sono nata, cresciuta e ho vissuto a Padova per circa 30 anni, di cui gli ultimi 17 accanto a uno dei posti della città che in assoluto preferisco

PRATO DELLA VALLE
(per gli amici anche solo “il Prato”)

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Foto personale
20 novembre 2013 ore 13.01
Sullo sfondo, la chiesa di Santa Giustina

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Foto personale
5 aprile 2017 ore 20.08

Checché ne dicano i russi (ma anche gli insulsi traditori della Patria di PadovaNET), si tratta della piazza più grande d’Europa, con un’estensione complessiva pari a 88.620 m2, contro i 74.831 m2 della Piazza Rossa di Mosca.

Altra particolarità della piazza è che si trova al di sotto del livello del mare, sebbene solo di pochi metri. Ciò nonostante, l’area era sfruttata già in epoca romana e altomedievale come luogo di raduni e mercato, trovandosi appena al di fuori delle mura cittadine, funzione che mantenne poi nei secoli e che ne influenzò la denominazione. Nel medioevo, infatti, il termine Pratum indicava genericamente un ampio spazio destinato a uso commerciale, sia erboso che pavimentato. A lungo Prato della Valle appartenne alla seconda categoria, tanto da risultare ancora aneddoticamente citato tra i canonici quattro “senza” di Padova:

Il Santo senza nome
Il Prato senza erba
Il Caffè senza porte
Il cavallo senza cavaliere

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Basilica di Sant’Antonio e statua equestre del Gattamelata di Donatello, foto di Stefan Lew di pubblico dominio
Caffè Pedrocchi, foto di pubblico dominio
Cavallo ligneo, foto di Stefan Bauer CC BY-SA 2.5

Al giorno d’oggi, la Basilica di Sant’Antonio viene ancora confidenzialmente chiamata “il Santo” e i padovani nutrono in generale un particolare affetto per Sant’Antonio, mentre la gigantesca opera lignea raffigurante il cavallo del Gattamelata di Donatello (che incidentalmente veglia proprio sul Santo) è tutt’ora privo di cavaliere. Il Caffè Pedrocchi, invece, osserva un ordinario orario di apertura e non è più, quindi, “senza porte”, anche se i suoi celeberrimi leoni (nel lato opposto a quello fotografato) continuano ad intrattenere i giovanissimi padovani ad ogni ora così come hanno intrattenuto anche me per tutta la mia infanzia. Come si vede anche nelle foto più sopra riportate, infine, oggi il Prato ha anche dell’erba.
In compenso, esistono anche altri “senza” a Padova, meno noti e citati di quelli già elencati. Ne conoscete qualcuno?

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Particolare della Pianta di Padova di Giovanni Valle (1784)

L’attuale architettura di Prato della valle risale al XVIII secolo ed è opera degli sforzi congiunti dell’architetto e abate Domenico Cerato e di Andrea Memmo, Procuratore straordinario per la città di Padova (che all’epoca rientrava nel territorio della Serenissima) nel 1775. Ad Andrea Memmo risultano dedicate l’Isola Memmia, che sorge al centro della piazza, una delle vie che escono dal Prato e una delle 78 statue che fanno da corredo alle sponde del canale che circonda l’isola. Ciascuna delle altre 77 statue raffigura un personaggio storico in qualche modo collegato alla citta di Padova. Tra questi spiccano, oltre a Memmo, il leggendario fondatore della città, il troiano Antenore, Torquato Tasso, Andrea Mantegna, Ludovico Ariosto, Francesco Petrarca, Galileo Galilei, Antonio Savonarola, Antonio Canova, Tito Livio e tale Re Gustavo II Adolfo di Svezia che in una fresca serata primaverile mi sono ritrovata a cercare dal tutto estemporaneamente, su richiesta di un gruppo di turisti svedesi che avevo incrociato all’uscita dall’aula studio e con cui avevo passeggiato fino al Prato, visto che mi avevano chiesto come arrivarci e io andavo comunque in quella direzione.

Ancor oggi Prato della Valle si mantiene fedele alle antiche attribuzioni di luogo di ritrovo, assemblea e mercato. Ogni mattina ospita, infatti, un piccolo mercato ortofrutticolo in corrispondenza della fermata del tram, sul lato nord. Il sabato un grande mercato generalista invade tutto l’anello esterno della piazza e ogni terza domenica del mese è il turno del mercato dell’antiquariato. Purtroppo, la qualità di entrambi i mercati del fine settimana è molto calata negli ultimi anni e ci sono addirittura settimane in cui mia madre impiega meno di tre ore a finire il giro, tornando a casa a mani vuote.

Negli anni, il Prato ha ospitato anche personaggi illustri, dittatori, Papi, concerti, megaschermo per i mondiali e addirittura, complice il fatto che l’organizzatore era padovano, numerose serate inaugurali del Festivalbar (che forse i nati dagli anni ‘90 in poi nemmeno ricordano). Ma gli eventi che in assoluto preferisco nel corso di tutto l’anno sono gli spettacoli pirotecnici di capodanno e Ferragosto, che raccolgono in Prato migliaia di persone: raramente ho assistito ai fuochi di capodanno, ma da quando la tradizione è iniziata non mi perdo un Ferragosto.
Adoro i fuochi d’artificio. Li adoro. Li adoro!! Se avete presente Tom Cruise che salta sul divanetto di Oprah urlando il suo amore per Katie Holmes, quella sono io con i fuochi d’artificio. Ogni tipo di fuoco d’artificio e ogni genere di spettacolo pirotecnico. Sono felice di guardare anche solo 10 minuti dei classici fuochi colorati delle sagre di paese ma, ovviamente, più uno spettacolo è imponente e coreografato più mi piace. E lo spettacolo di Ferragosto in Prato della Valle è in assoluto quello che preferisco, anche più del Redentore veneziano (che è comunque meraviglioso).

Perciò per me non c’è alcun dubbio: il Ferragosto si passa rigorosamente in città o in ogni caso sufficientemente vicino a Padova da poter essere in Prato per le 23.30 (tempo del parcheggio incluso)!

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Foto e GIF personali

E voi, che avete fatto a Ferragosto?


Per maggiori informazioni su Prato della Valle, vi segnalo che la pagina Wikipedia ad esso dedicata risulta molto interessante, dettagliata e ben fatta, nonostante non riporti nessuna delle mie annotazioni personali contenute in questo articolo.

Sort:  

Descrizione bellissima e che traspare le tue vere emozioni in uno dei prati più belli d'Italia.....e nel quale io ci ho passato 5 anni (eh...cara università 😊)
Ci vengo spesso perché oltre ad abitarci vicino, Padova la reputo la mia seconda casa.
Complimenti per l'articolo!

Ti ringrazio e mi congratulo col tuo buongusto in fatto di università 😜👍🏼

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