Ero nel mio stabilimento di produzione e mi ero attardato per dare istruzioni ai falegnami su come realizzare alcune scenografie. Poi, finalmente, andai a mangiare qualcosa al bar, con un architetto che lavorava per me. Saranno state le tre del pomeriggio, non so.
Parcheggiamo la macchina, entriamo, ordiniamo, mangiamo il nostro panino. La gente entrava e usciva, qualcuno stazionava un po' come noi.
In alto, al centro del bar, il televisore mandava immagini col sonoro abbassato, per non disturbare. Nessuno lo guardava. nessuno, dico nessuno, si era accorto di niente.
Stiamo per uscire, ma Maurizio dice che vuole tentare la fortuna e si mette in fila per comprare uno di quei biglietti gratta e vinci. Mi annoio, guardo in giro, guardo in alto, guardo la TV.
Sta passando a loop l'immagine di un aereo che si schianta contro un grattacielo. Sulle prime penso ad un film e, forse, torno a guardarmi in giro. Ma la fila è lunga e il mio sguardo, dopo un po', torna lì. Ancora quell'immagine.
"A Maurì, guarda, ma che è..."
Rimontiamo in macchina e torniamo allo stabilimento. Mentre guido, Michela chiama Maurizio al cellulare. E' la moglie. E gli dice di quello che sta accadendo. Incredulità!
Scendiamo, rientriamo e chiediamo al barista di alzare il volume.
E' così che l'ho saputo. Che ho iniziato a sapere.
Già, come un film.
Già...