Legalità e senso di giustizia: due pesi e due misure
Legalità e senso di giustizia: due pesi e due misure
L’istanza di sicurezza che molto spesso i cittadini rivendicano con maggiore forza, non si può certo ottenere dall’oggi al domani, non è un prodotto che si compra al supermercato, magari così fosse, si tratta, invece, di un sistema complesso e articolato la cui attuazione richiede la partecipazione tra più soggetti, Stato imprese e cittadini ed occorrono tempi più o meno lunghi, interventi e politiche appropriate.
In primo luogo deve crescere il senso dei legalità nei cittadini, in tutti noi. Si deve partire dalle cose piccole per giungere a quelle grandi, orientando l’aspetto educativo al rispetto delle regole per una crescita sana ed in armonia con la legalità.
Orientare, insegnare, educare i più giovani è importante, altrettanto fondamentale è dare l’esempio da parte di adulti.
Predicare bene e razzolare male, imporre agli altri qualcosa che non siamo propensi a fare, non giova a nessuno e produce degli effetti contrari.
Comportamenti che fanno perdere la credibilità, smorzano gli entusiasmi, inducono al qualunquismo e al disfattismo.
Lo fanno tutti perché non farlo anch’io!! Ci si consola dicendo il sistema è questo.
E’ il caso del gettare le cose per terra, i rifiuti nei luoghi non consentiti, non indossare le cinture di sicurezza in auto, il casco in moto, non rispettare la segnaletica stradale, cercare la raccomandazione, corrompere per ottenere quello che non è dovuto.
Tutte queste violazioni, alcune gravi altre meno gravi, sono endemiche della nostra società, concorrono a minare i pilastri della legalità, della meritocrazia, scoraggiano chi di più merita, chi ama una società ordinata, efficiente, rispettosa delle regole, inducono frustrazione e molto spesso rassegnazione.
Un popolo ben educato e ben inserito nel tessuto sociale è meno proclive alla trasgressione, al disordine ad infrangere le regole a commettere reati. Delinquere diventerebbe non solo un fatto antigiuridico, ma anche un modo di comportarsi sconnesso con l’essere con i propri principi.
Il fattore educativo negli ultimi anni è andato sempre di più a scemare nelle famiglie, nelle scuole, nella società in genere sempre più tollerante. I genitori non riescono più, non tanto ad imporsi, ma a dialogare proficuamente con i propri figli, a seguirli e controllarli con attenzione, ed eventualmente correggerli da frequentazioni non buone o addirittura deviazioni che potrebbero rivelarsi pregiudizievoli.
Si chiede allo Stato, alle forze di Polizia, maggiore sicurezza, ma non guardiamo il nostro orticello dove potrebbero crescere erbacce malsane.
I disordini durante il recente incontro di calcio Liverpool - Roma ripropongono ancora una volta il problema degli ultras e della sicurezza negli stati. L’aspetto più terrificante della vicenda, che ha avuto un tragico epilogo poiché una persona è rimasta gravemente ferita, è stato quello di vedere in TV quei giovani teppisti turbolenti, di cui uno con un martello in mano.
Occorre fare una riflessione in proposito, dove sono le famiglie di questi giovani, cosa hanno fatto per loro i genitori, la scuola, le istituzioni educative. Direi poco o niente. Si può anche nascere con un indole violenta, ma quello che incide maggiormente nel creare soggetti violenti e deviati è il contesto in cui si cresce, che sicuramente, nel caso in questione, ha fallito.
Sarebbe lecito chiedersi se davvero esiste, in questo paese, un senso di giustizia e legalità, oppure se questi valori siano considerati alla stregua di un elastico che si può tirare o mollare a convenienza, ovvero quando si subisce un furto in casa, uno scippo, si punta il dito e si invoca maggiore sicurezza, attaccando Istituzioni e chi è preposto a garantire l’ordine, essere, viceversa, più tolleranti e indulgenti, quanto gli autori delle trasgressioni, violenze o atti di bullismo, ci toccano più da vicino.
Per tanti legalità e senso di giustizia hanno, dunque, sfaccettature diverse, nel detto comune “due pesi e due misure”, dipende quindi dai punti di vista e dalle convenienze individuali e personali, che sboccano in opinioni e trattamenti diversi, senza tener conto che le condotte illecite, da qualsiasi estrazione sociale esse provengano, vanno perseguite in egual modo e con rigore.
Per potere raccogliere frutti, bisogna fare una buona semina e far crescere piante sane, le erbacce ed i parassiti vanno eliminati, l’apparato radicale va irrorato e concimato per intero e non solo una parte di esso. Anche per l’uomo vigono le stesse regole, ciascuno degli attori – cittadini, genitori, forze dell’ordine, scuola, istituzioni - che hanno il dovere di far funzionare la società ed uno Stato debbono fare la loro parte con fermezza, evitando longanimità che potrebbe degenerare in debolezza e sminuire l’essenza del diritto, dell’ordine e della democrazia.
Link di riferimento:
A volte si arriva alla violenza per noia, senza avere particolari problemi a in famiglia o a scuola. Ovviamente il contesto in cui uno cresce sposta molto come dici tu. Ma non è sempre automatico, che la colpa sia da ricercare al di fuori dell'individuo che agisce.
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