Mariposas

in #ita6 years ago

Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, Signori, davanti a una Donna.
E non bastasse questo
inchinatevi ogni volta
che vi guarda l’anima
perché Lei la sa vedere
perché Lei sa farla cantare.
In piedi, Signori,
ogni volta che vi accarezza una mano
ogni volta che vi asciuga le lacrime
come foste i suoi figli
e quando vi aspetta
anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori
quando entra nella stanza
e suona l’amore
e quando vi nasconde il dolore
e la solitudine
e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano
per aiutarla
quando Lei crolla
sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno
della vostra compassione.
Ha bisogno che voi
vi sediate in terra vicino a Lei
e che aspettiate
che il cuore calmi il battito,
che la paura scompaia,
che tutto il mondo riprenda a girare
tranquillo
e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima
e a darvi la mano per tirarvi sù
in modo da avvicinarvi al cielo
in quel cielo alto dove la sua anima vive
e da dove, Signori,
non la strapperete mai.


Greta, sudata, sfinita ma felice prese in braccio la sua bambina.
"Piccola mia. Mia dolce Mariposas."
La tenne stretta a sé e lacrime dolci e amare le rigarono il volto.
La sua famiglia, padre, madre e fratello, le si strinsero intorno.
"Lo senti mia preziosa Minerva? Senti i nostri cuori battere forte? Questo è l'amore che proviamo per te."
Il fratello le si avvicinò e con gli occhi lucidi baciò le sue donne.
"Ciao piccola Minerva.." sussurrò toccando le mani della bambina e accarezzando la testa della sorella.
Proprio in quel momento entrò un uomo, con i mano dei palloncini e delle rose bianche.
Appena incrociò lo sguardo di Greta si bloccò di colpo, abbassando lo sguardo verso lo scricciolo che teneva tra le braccia.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime e con delicatezza ed emozione pura si avvicinò alle due donne.
"Ehi, ciao amore. Ciao piccolina" disse con mano tremante sfiorando i folti capelli neri della piccola.
Greta, che ormai stava piangendo senza riuscire a controllarsi, strinse la testa contro il corpo dell'uomo. Ebbe un brivido, ma che passò subito.
Le era ancora difficile toccare qualcuno, soprattutto un uomo. Anche se quell'uomo era l'uomo che amava.
Si appoggiò all'uomo che nel frattempo le si era seduto vicino prendendo la piccola tra le braccia.
Si strinse ancora più forte a lui, lasciando andare tutte le paure e le ansie che aveva, abbandonandosi ancora una volta ai ricordi.
Ripensò ai mesi che aveva affrontato, all'anno che aveva affrontato, e a tutto quello che le era successo.

Il fidanzato storico, il fidanzatino delle medie con cui stava e conviveva da dieci anni, l'aveva tradita. E quando lei l'aveva scoperto, aveva preso tutte le sue cose e l'aveva lasciato.
Ma il mese successivo non fu facile per lei. Lui passava da momenti romantici e pieni di scuse a momenti in cui rabbioso la cercava sotto casa o la seguiva quando usciva.
Alternava chiamate e messaggi amorosi ad altrettanti rancorosi e pieni di odio.
Finché lei aveva detto basta, non ce la faceva più, voleva chiudere definitivamente, voleva allontanarsi del tutto. Voleva avere una vita nuova, una vita vera e, col tempo, anche un uomo vero.
Sembrava che tutto stesse andando bene, fino a quella tragica sera.
Era uscita con delle amiche, un pomeriggio al cinema e una cena al cinese, in tranquillità. Si stava riprendendo anche lei, stava riprendendo in mano le redini della sua vita. Si sentiva libera, forte, sicura. Era passato più di un mese dall'incontro in cui aveva chiuso definitivamente con l'ex e da quel giorno non si erano più né visti né sentiti. A fine serata una delle ragazze la riaccompagnò a casa, salutandosi allegramente.
Ma nell'ombra, dietro il palazzo, nessuno delle due vide accostarsi l'auto dell'ex che furtivamente scese dall'auto di corsa e, appena vista allontanarsi l'amica, le andò incontro.
Da prima calmo le aveva chiesto scusa, le aveva chiesto di perdonarlo dicendole che la amava e che non poteva vivere senza di lei. Ma quando vide che Greta non ne voleva più sapere, quando sentì le parole sicure della ragazza, le avvicinò una mano alla bocca e la ragazza svenne tra le sue braccia.
Per due giorni la famiglia non seppe niente di lei e tutto il paese, assieme alle forze dell'ordine, si mobilitarono per cercarla.

Greta fu trovata da un uomo che a spasso con il cane aveva intravisto tra le frasche del bosco la sua mano. Sembrava morta, gli stessi soccorritori diedero alla famiglia poco conforto e poche speranze.
Era stata violentata, massacrata e gettata nuda al freddo del bosco.

Ma non sapevano che Greta non si era abbandonata alla morte. Greta aveva combattuto. Respiro dopo respiro, tra il freddo e il baratro della morte, aveva lottato per vivere. C'erano voluti mesi e mesi di convalescenza, ma ce l'aveva fatta.
E non da sola. L'uomo che l'aveva trovata in quel bosco, un ragazzo poco più grande di lei, la andava a trovare in ospedale ogni giorno. Silenziosamente stava seduto a guardarla tutto il tempo che poteva. Poi pian piano, quando Greta riprese a parlare, il legame tra i due divenne sempre più solido. Non era facile comunque per i due stare insieme, Greta ogni volta che qualcuno la toccava, soprattutto se erano uomini, veniva colta da attacchi di panico. Cosa che peggiorò quando i medici le comunicarono la notizia della gravidanza.
Nei mesi successivi, sia quelli passati in ospedale, sia quelli passati in convalescenza a casa, Greta cercò di togliersi la vita più volte.
Si era abbandonata allo sconforto, non riusciva a capire perché le potessero esser successe cose così terribili.
Ma furono il tempo e la vicinanza di quell'uomo a salvarla da quel baratro.
Con delicatezza l'uomo le era stato vicino e insieme, ogni giorno, presero consapevolezza della vita che lei portava in grembo. Greta iniziò a vedere il regalo che la vita le stava facendo, vide della luce in mezzo al buio. Un dono in mezzo al caos.
Aveva accettato il cambiamento del suo corpo e aveva accettato anche l'evento nefasto che l'aveva causato.
Aveva una vita dentro di sé e l'avrebbe protetta ad ogni costo. Aveva una bambina, una futura donna e non avrebbe permesso a nessuno al mondo di farle del male.
Iniziò, durante la gravidanza, a leggere molti libri sulle donne e sull'emancipazione di esse. Non era mai stata una grande femminista, ma quella sera le aveva cambiato la vita e la visione del mondo.
Cominciò a leggere articoli di giornale che parlavano della violenza sulle donne, si informò delle associazioni nate a loro sostegno e si imparò tutte leggi in materia.
Aveva deciso che dopo il parto avrebbe fatto qualcosa in merito, aveva deciso di scriversi all'università e studiare legge. Sarebbe stato difficile, tra lavoro e i corsi serali, ma voleva farlo. Doveva farlo. Avrebbe aiutato le donne bisognose, avrebbe combattuto per loro.
E aveva deciso di programmare anche la data del parto. Scelse il 25 Novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E scelse anche il nome della bambina che portava in grembo, Minerva Mariposas, come una delle sorelle Mirabel, a cui questa giornata rende omaggio e ne ricorda l'atroce scomparsa.

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Immagine Creative Commons cc0, fonte

Greta tirò su col naso e guardò l'uomo accanto a lei. Quell'uomo l'aveva trovata e salvata, non solo quel giorno nel bosco ma ogni giorno, giorno dopo giorno.
E ora teneva in grembo quella bambina che non era sua, ma con un amore tale che niente aveva importanza. E lei si sentì rinascere.

Strinse la sua mano intorno a quella dell'uomo e insieme strinsero la manina della piccola Minerva.

"Grazie" sussurrò.
A te.
A lei.
Alla vita.
Alla nuova vita.
Alle donne coraggiose.
Alle donne.


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una preghiera per tutte le vittime, non solo le donne, di abusi fisici e psicologici.

Una preghiera per tutti ❤

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Molto bello il tuo omaggio in questa speciale giornata, bravissima!💕

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Grazie. ❤

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In silenzio, ascoltiamo questo canto di protesta e facciamo esami di coscienza, se abbiamo coraggio

Hai usato un termine importante : esami di coscienza.
Grazie per aver letto e di esserti espresso.

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