L'universo e la parola, l'universo delle parole, le parole dell'universosteemCreated with Sketch.

in #ita7 years ago (edited)

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È in noi che i paesaggi hanno paesaggio.
Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo.
La vita è ciò che facciamo di essa.
I viaggi sono i viaggiatori.
Ciò che vediamo non è ciò che vediamo ma ciò che siamo.

(Bernardo Soares, eteronimo dello scrittore portoghese Fernando Pessoa, in un passo de “Il libro dell'inquietudine”)

Vedo ciò che voglio vedere, sento ciò che voglio sentire, esiste solo ciò di cui ho la percezione. Tutto passa attraverso la nostra mente e la nostra personale sensibilità.
“I viaggi sono i viaggiatori” e non ha importanza se si intende il mondo reale in cui viviamo o il mondo fantastico che ci costruiamo attraverso il sogno. Eppure in tutto ciò esiste una verità oggettiva: l’inquietudine che tutti, prima o poi, sentiamo vagabondando alla ricerca della verità. Io e la mia solitudine, io e l’incomunicabilità, io e le forme mentali prefabbricate che mi porto sulle spalle.

Il filo tra me, la mia percezione, e il mondo esterno è la parola, ma come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso e il valore delle cose che sono dentro me, mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e il valore che hanno per sé del mondo che egli ha dentro?

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Ungaretti in un'intervista a “Rai Storia” del 1961 (qui: video) spiegava come fosse arrivato a ridurre una poesia lunga cinque pagine ad un solo verso:

mi illumino d'immenso

E si tormentava perché quasi mai trovava le parole giuste, le cambiava, le spostava, le cancellava, le riscriveva, ma poi si rassegnava perché la parola è impotente, non riuscirà mai a svelare il segreto che è in noi, ma lo avvicina.
Avvicinare nella massima percentuale, dunque. Ma non saremo mai in piena soluzione.

Anche Giorgio Caproni, grande poeta del secolo scorso che in pochi conoscono purtroppo, ha insistito sul tema del linguaggio come strumento insufficiente e ingannevole, inadeguato a rappresentare la realtà:

Buttate pure via
ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai riuscito a dire
cos’è, nella sua essenza, una rosa

(da Res amissa)

Nell'intervista che qui vi riporto (video) egli sostiene l'importanza di risparmiare al massimo il rumore delle parole. L'ideale sarebbe arrivare a scrivere una parola sola, perché la parola per lui ha un'accezione negativa, perché limita - d'accordo con Pessoa - la parola è una mistificazione della realtà, se la realtà esiste, in quanto è un oggetto a sé; e dunque voler conoscere un oggetto attraverso la parola è come conoscere un oggetto attraverso un altro oggetto.
Dio ha creato l'Universo, l'uomo l'ha nominato: ci sono due universi paralleli che non collimeranno mai.

MA QUANTO CONOSCIAMO IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE?

Mi è capitato qualche volta di chiedere al mio interlocutore: Ma tu cosa intendi con questa parola?. Ebbene, notavo che questi ne travisava il significato al punto da far avvicinare un complimento a una critica e una critica a un complimento!

Conoscere il significato più profondo di una parola è per me fonte di inesauribile curiosità! L'etimologia apre verso nuovi orizzonti del linguaggio e quindi a una diversa percezione della realtà; se per noi moderni è lo studio dell'origine di una parola, per gli antichi era la ricerca della verità. Infatti l'etimologia di “etimologia”, per l'appunto!, è “discorso intorno alla verità”. E sapere che ad esempio l'amore è l'assenza di morte (a-mors) perché è quella cosa che ci tiene in vita, o che l'entusiasmo è avere un dio dentro di sé, io allora mi entusiasmo veramente.

Quanto sarebbero piatte le parole altrimenti?

Sulla scia di Beatrice: il social network della lingua italiana ho intenzione di creare una rubrica dove inserirò una parola al giorno con tanto di storiella ed etimologia.

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Fonti immagini: Pieter Bruegel #1; Pieter Bruegel #2; 3.

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Molto interessante!
Quando spesso giro per Roma rimango affascinato da quanto latino ci sia nel nostro quotidiano. La rubrica mi sembra davvero interessante!

Grazie per l'apprezzamento. È vero, c'è tanto latino nel nostro quotidiano ed è ancora più bello sapere che dietro ogni parola c'è un'intera filosofia! Spero di fare un buon lavoro :)

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Non so se sia troppo tardi, ma accetto. Grazie :)

sfortunatamente è troppo tardi infatti... :( Ma forse la prossima volta, riprovo ;)