L'OFFESA

Sei inutile come un cellulare in una grotta!
Non appena abbiamo una discussione, Lei mi colpisce con lo stesso solito fendente diretto al mio orgoglio.
Io, a capo di cento uomini nell’azienda che ho tirato su con la mia bravura. Ed è calzante. E’ per colpirmi non per sminuirmi. Un oggetto tecnologico, dalle mille funzioni come un cellulare che di punto in bianco diventava un oggetto inutile in una grotta, in un ambiente ostile. E quella casa, delle volte, diventa un mondo ostile.
Sei inutile come un cellulare in una grotta! Sei inutile come un cellulare in una grotta!
Alle volte lo dice di seguito, come a rimarcare, a spingere il coltello nel petto a farsi strada tra le costole.

---

---

---

Lo psicologo mi ascoltava concentrato. Non amava mettersi alle mie spalle come normalmente fanno gli psicologi. No, lui amava guardarmi negli occhi, come se volesse scrutare dentro di me oltre le parole, che comunque facevo fluire copiose.
C’è una grotta alle porte di Roma, la prossima volta che accade ci vada con sua moglie e porti con se un cellulare
Una sentenza che mi lasciò basito.
Cosa voleva che dimostrare! Voleva che mi piegassi alla realtà delle cose e scendessi dal mio piedistallo? Voleva che mi umiliassi?
Mi ero deciso a non farlo, ma poi, essendo una persona concreta che non butta via il denaro e che non si arrende davanti alle avversità, cambiai idea nello stesso modo con cui il vento spazza via nubi e pioggia.
Ma ero bagnato. Bagnato di dubbi e forse anche di paura.

---

---

---

Sei inutile come un cellulare in una grotta!
Vediamo! Lo sto pensando o forse lo penso ad alta voce perché lei adesso mi guarda basita.
Vediamo cosa? guardandomi in cagnesco.
Vediamo se sono utile come un cellulare in una grotta!
Bene, così aprirai gli occhi! la sua sentenza.

---

---

---

Splende il sole, del resto a maggio è facile avere giornate del genere. Si sta bene e la passeggiata per arrivare alla grotta indicata dallo psicologo ha un buon impatto sull’umore. Almeno sul mio!

_{Image CC0 Creative Commons – Pixabay}

Eccola indicando con la mano l’ingresso buio di una grotta semi coperta dalla vegetazione in rinascita.
Entriamo, io titubante, lei baldanzosa. Mi vuole umiliare lo so. La grotta è buia e umida, avanziamo tra i raggi di sole che entrano dalle nostre spalle che spezziamo con le nostre sagome.
Il buio si fa ad ogni passo più intenso come la mia voglia di uscire, ma lei insiste nel proseguire. Quindi ci inoltriamo ancora per qualche metro. Poi il buio totale ed un rumore amplificato dalla grotta a farne da cassa di risonanza.
Cos’era? mi prende per la mano adesso.
Penso un tuono le rispondo dubbioso.
Lo era sicuramente poiché i raggi del sole che ci hanno fatto da guida adesso sono scomparsi.
Il rumore di pioggia scrosciante stordisce i nostri timpani.
Piove, sembra forte…perché mai mi sono lasciata convincere a venire con te in questa inutile farsa…Non si vede nulla, dov’è l’uscita? Mi bagnerò ma voglio andare via… Il suo tono riflette la sua irritazione, Sei inutile come un cellulare in una grotta!
Allungo la mano a prenderle la sua. L’altra la infilo in tasca per prendere il cellulare.
Due click veloci sul tasto di accensione. Una luce. La mia voce.
Ecco…L’uscita è di là

---

---

---

E’ passato del tempo e le cose sono migliorate, specialmente in me. Ma discutiamo sempre, come adesso.
Sei inutile come un cellulare in una grotta con la batteria scarica!
La guardo, ma sono divertito. Esplode un sorriso improvviso. L’abbraccio, la guardo languido sussurrandole delicato Anche io ti amo!

---

---

---