Michele, l'intenditore
C’era questo spot pubblicitario degli anni ’80 con il celebre Michele, intenditore di whisky, che veniva messo alla prova dall’amico perché indovinasse la marca del prodotto (sicuramente lo ricorderete, come ricorderete la parodia fatta dai Broncoviz in Avanzi; se non avete mai visto né l’uno né l’altro, l’inesauribile youtube li ha entrambi).
Ma il Michele di cui voglio parlare è un altro, anzi sono altri, ed è una storia particolarmente interessante e illuminante.
Prima però voglio farvi una domanda, alla quale ovviamente risponderete per conto vostro, se e quando vi garba: vi siete mai domandati che cosa esattamente siete venuti qui a fare? Non qui su questa pagina di questo blog, intendo proprio in questa vita: qual è lo scopo che sottosta a tutto il resto, qual è il compito che vi siete scelti, il ruolo che vi spetta, il modo e la maniera giusta per affrontare la vostra vita?
Domande del cazzo, potrà dire qualcuno, ma sappiamo bene che se dovessimo trovare delle risposte a queste domande, avremmo già risolto un bel po’ dei crucci e dolori che ci affliggono, nonché aprirci più serenamente alle gioie e piaceri che a volte vengono a trovarci.
Comunque la storia è questa.
Nel 1979, la romanziera Chelsea Quinn Yabro pubblicò un piccolo libro che illustrava un metodo per la comprensione della relazione tra personalità e spiritualità, in un modo completamente nuovo. Pur avendolo scritto, Chelsea non ne era l’autrice: si era solo limitata a compilare una serie di messaggi ricevuti nel corso di parecchi anni da un misterioso essere chiamato “Michael”. Il libro infatti si intitolava “Messages from Michael” (mai tradotto in italiano, e per la verità penso di essere l’unico blog in Italia che ne parla) ed era composto da informazioni raccolte da un gruppo di ricercatori spirituali dell’area intorno alla baia di San Francisco (quindi California, anni settanta: un bel posto dove vivere).
Questo gruppo si riuniva regolarmente intorno ad una tavola Ouija (quella che si usa per comunicare con i trapassati), ma i ricercatori non erano interessati a comunicare con i morti, quanto a connettersi possibilmente con qualche forma di intelligenza superiore che li potesse guidare nelle loro vite personali e spirituali.
E nella notte del 12 Agosto 1973, incidentalmente dopo un lauto party a buffet, il loro desiderio si avverò: tutti sentirono che l’energia della stanza era cambiata e quando cominciarono ad utilizzare la tavola, arrivò il primo messaggio:
Oggi siamo qui con voi
Seguito subito da un torrente di informazioni proprio su quel che al gruppo interessava. Qualcuno ebbe la prontezza di chiedere il nome all’essere che stava comunicando, e questo rispose:
L’ultimo nome che un frammento di questa entità ha usato era Michael
E per spiegare il significato di “frammento di questa entità”, Michael cominciò a spiegare i principi della reincarnazione: l’anima umana si incarna nel piano fisico quante volte sia necessario per sperimentare tutti gli aspetti della vita. Facendo così l’anima evolve la propria coscienza in modo graduale, diventando più consapevole anche di sé stessa, più capace e in controllo, più amorevole e meno impaurita, meno isolata, meno inconsapevole.
Per questa finalità, ognuno di noi passa attraverso lunghissimi e spesso difficoltosi processi di reincarnazione, vivendo molte vite diverse in circostanze differenti. Alla fine di questo processo di apprendimento, quando abbiamo sperimentato tutto quello che, come esseri separati, possiamo sperimentare, la nostra anima si unisce con altre, in gruppi più o meno di un migliaio, anime che sono “emerse” alla vita nello stesso momento: è il nostro gruppo di origine, definito appunto “entità”.
Ognuno di noi è una piccola parte di un intero frammentato: siamo un frammento della nostra entità. Evolvendo individualmente facciamo evolvere l’entità collettivamente, finché le mille o più anime ritornano a formare un intero integrato, un corpo di coscienza e intelligenza assai più grande di ogni singola anima.
Michael è una di queste entità integrate: non un singolo individuo ma un gruppo, un collettivo. Infatti quando si riferisce a sé stesso dice sempre “noi”.
Il nome con cui ci chiamiamo è Michael, ma è una convenzione non una verità. Solo un piccolo frammento di questa entità ha quel nome. Siamo frammenti integrati di un’entità superiore che vi comunica dal piano Causale.
Per essere precisi, questo gruppo, consiste precisamente di 1050 anime che hanno tutte completato il loro processo di reincarnazione.
Siamo stati artisti, banchieri, avvocati, comici, custodi di cimiteri, dilettanti, governatori, guardie di ogni tipo e dimensioni, becchini, stallieri, giocolieri e clown, suonatori di liuto, domestiche, mercenari, mercanti, misantropi, strateghi militari, gentiluomini e nobildonne, contadini, preti, prostitute, ribelli, rivoluzionari, rapinatori, studenti, insegnanti, seduttrici, vicerè, trovatelli, e abbiamo assistito ad atti di crudeltà assolutamente indicibili come ai più amorevoli atti di gentilezza e devozione.
Una volta evoluti oltre i cicli di reincarnazione, queste anime non risiedono più nel piano Astrale (che è quello in cui andiamo tra una vita e l’altra), bensì in quello superiore, chiamato Causale, un luogo di pensiero puro e intelligenza. Da lì, la loro missione è quella di insegnare ad anime come noi come evolvere, non per liberarsi dell’esperienza umana, ma per ottenerne il massimo.
Offriamo una conoscenza della comprensione umana basata sulle nostre esperienze, una volta come esseri umani che hanno vissuto in tempi tranquilli o tormentati, ora come frammenti integrati di un corpo Causale che non vive più come voi intendete, ma che possiede ancora una consapevolezza interessata alle implicazioni dell’essere umani.
Stiamo comunicando in questo modo da circa 100 anni. Il nostro scopo è di insegnare alcune conoscenze sull’evoluzione nel piano fisico in modo che uno studente possa avere qualche intuizione sul comportamento umano che lo renda capace di smettere di rimuginare a proposito delle relazioni interpersonali, o della loro mancanza, e di concentrarsi sui propri piani di vita personali.
Non ha peli sulla lingua Michael. E usa una grammatica impeccabile, che io sto traducendo malamente.
Nel corso degli anni, il gruppo di ricercatori pose a Michael migliaia di domande, alcune private e personali, altre filosofiche e altre ancora profondamente spirituali. E Michael, come una versione cosmica di Wikipedia, ha sempre risposto a tutte, in modo diretto, chiaro e spassionato. E gradualmente altri ricercatori si unirono al gruppo per porre i quesiti, e qualcuno scoprì che poteva connettersi con Michael in trance e diventare così un canalizzatore vivente per ricevere le risposte.
Risposte che non hanno mai smesso di arrivare, fornendo negli anni un sistema molto dettagliato e sfaccettato di informazioni su aspetti psicologici e spirituali. E’ una conoscenza che contiene praticamente tutto quello che abbiamo bisogno di sapere per comprendere chi siamo su ogni livello. E’ un sistema che consente di rispondere a quelle domande poste all’inizio di questo articolo.
Esistono attualmente molti canalizzatori di Michael, ai quali ci si può rivolgere (a pagamento) per avere risposte ai propri quesiti, ma gli insegnamenti integrali ricevuti si trovano tutti on line gratuitamente (in inglese): basta digitare “Michael teachings” per accedervi. Così come sono stati scritti molti libri che contengono altro materiale ricevuto da singoli canalizzatori.
L’articolo diventerebbe troppo lungo ora per parlare anche solo sinteticamente degli insegnamenti di “Michele l’intenditore”, nel senso di “quello che intende”, per cui ne scriverò a breve ( e poi, anche per me vale la regola del comprendere gradualmente).
Ma se avete fretta potete cercare in rete e troverete molto materiale (nulla in italiano però).
Alla prossima puntata.
Con Amore,
Yel
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Perbacco! Anzi, per mille micheli!
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