La Bestia dagli Occhi di Ghiaccio - Romanzo | CAPITOLO 19 [ITALIAN Language]
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Ciao!
Come spiegato in un precedente post, quello che trovi di seguito è un romanzo che scrissi alcuni anni fa e che ho deciso di revisionare negli ultimi mesi. Il titolo dell'opera è: La bestia dagli occhi di ghiaccio. La versione completa è disponibile su alcune piattaforme online in formato e-book o in cartaceo. Si tratta di un thriller ambientato in Italia, tra le pendici delle Alpi Apuane, che tocca altri generi come l'horror e il fantasy. Ci sono alcuni temi abbastanza forti, per cui consiglio la lettura a un pubblico di età adulta (over 18).
Cliccando sulla corrispondente parola in colore azzurro, puoi trovare:
il PROLOGO | il CAPITOLO 1 | il CAPITOLO 2 e il CAPITOLO 3
il CAPITOLO 4 e il CAPITOLO 5 | il CAPITOLO 6 e il CAPITOLO 7
il CAPITOLO 8 | il CAPITOLO 9 | il CAPITOLO 10 e il CAPITOLO 11
il CAPITOLO 12 | il CAPITOLO 13 | il CAPITOLO 14 | il CAPITOLO 15
il CAPITOLO 16 | il CAPITOLO 17 | il CAPITOLO 18
oppure puoi proseguire nella lettura del post per trovare il CAPITOLO 19.
Buona lettura!
Copyright © 2013 Davide Simoncini
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LA BESTIA DAGLI OCCHI DI GHIACCIO
Romanzo
Proprietà letteraria riservata. È vietata la modifica, l'utilizzo e la riproduzione, in qualsiasi formato, su qualsivoglia mezzo digitale, cartaceo o di qualunque altra natura, senza il permesso esplicito dell'autore, a eccezione della personale consultazione.
Edizione Modificata e pubblicata nuovamente nel mese di Maggio 2023.
Questo romanzo è un'opera di finzione.
Il contenuto di questo romanzo è quasi interamente fittizio. Ogni riferimento (persone, luoghi, oggetti, avvenimenti, usanze, eccetera) è fittizio o casuale. Per ulteriori informazioni sarà possibile consultare la nota d'autore che verrà pubblicata dopo l'epilogo del romanzo.
CAPITOLO 19
Oggi, Fociomboli e Col di Favilla
La foresta cinguettava. Gli animali innalzavano le loro voci in un groviglio di suoni, come fosse la melodia della funzione domenicale.
Un ricordo lontano riaffiorò nell'oceano dei suoi pensieri. Un insieme di voci soavi, unite per lodare un unico Dio, il Padre di tutte le cose. Voci che precipitavano nel silenzio, quando un'altra dal timbro pacato assumeva il comando e reclamava la propria autorità. Le sue parole si perdevano in quei ricordi, indistinguibili dopo tutto il tempo che era passato.
La bestia fece un passo avanti. Infilò la testa tra due giovani tronchi, passando in rassegna ciò che aveva di fronte.
Il nulla.
Le bestia non riusciva a vedere. Solo un'immensa luce. Accecante, tagliente. Unicamente un'infinita distesa di bianco spettrale. E soltanto una persona esterna poteva definirla così.
Obbligata dal destino, la bestia non aveva mai conosciuto i colori. Eppure aveva imparato la differenza tra luce e buio, che apparivano ai suoi occhi durante il trascorrere delle giornate. Una parte del tempo era occultata dall'oscurità, un'altra parte obliterata da una luce abbagliante. Aveva creato una rappresentazione per distinguere quei momenti, il tempo della luce e quello del buio.
Era da tanto che non provava quella sensazione. Da troppo tempo evitava di uscire nel tempo della luce. Poi era accaduto qualcosa, un istinto antico aveva ripreso vigore nel suo petto. Lei non sapeva come definirlo, ma chiunque altro sì: era il viscido richiamo della vendetta.
Soltanto per quel motivo, per l'istinto che l'aveva portata a sopravvivere, all'alba, aveva messo piede fuori dal suo nascondiglio.
Sentì uno strano torpore. Come se qualcosa battesse sul suo corpo, riscaldandolo. Non sapeva da dove provenisse. Forse dal cielo, visto che ogni centimetro quadrato della sua pelle veniva resa incandescente da quella sensazione. Raggi di calore che si infrangevano sulla testa, sulla schiena, sulle gambe che poggiava a terra.
Raggi di sole.
Gli venne di definirli così, anche se quella frase non sapeva da dove provenisse. Se ne accorse un istante più tardi, quando capì che altro non era se non un nuovo ricordo.
Dettagli, piccole insignificanti frazioni di una seconda vita. Un tempo ormai andato, forse per sempre perduto. Un tempo che l'aveva vista nascere e crescere; e infine morire, quel giorno, tanto tempo prima, di fronte a un massacro così terribile da sconvolgerla per sempre.
Possedeva soltanto ricordi, minuscoli monconi di un'era remota, vissuta con intensità ma di cui non riusciva a rammentare i particolari.
Non poteva. Non voleva.
Non sapeva perché. Non lo aveva mai saputo.
Per qualche ragione, la sua scelta era categorica. L'istinto gli ordinava di andare avanti. Si rifiutava di tornare oltre quel giorno, oltre quel momento in cui si era reincarnata.
Il giorno in cui era nata la bestia.
Da lì, era cominciata la sua seconda vita.
Della prima vita, la bestia non ricordava lo scopo.
Della seconda, invece, la bestia lo aveva ben chiaro.
L'odore. Quell'odore.
La bestia doveva seguirlo, per terminare ciò che aveva iniziato.
Ottavio fissò il prete ancora un istante. Doveva muoversi, doveva ritornare alla catapecchia prima che fosse troppo tardi: non aveva un secondo da perdere.
Il prete si avvicinò ancora, afferrandogli le spalle. La sua presa era salda, rinvigorita dall'agitazione del momento. Era assurdo pensare che quel sacerdote potesse possedere una simile tenacia.
«Com'è possibile?», gridò.
I suoi occhi fiammeggiarono di furia repressa. Si stava risvegliando, dopo anni in cui era rimasta assopita tra i ranghi dell'obbligata indifferenza. Dalla passione con cui aveva raccontato la storia di quel tesoro e di quegli omicidi, Ottavio immaginava a malapena quanto fosse stato duro tenere tutto dentro. I mille pensieri, i mille dubbi.
«Padre, dobbiamo andare dalla mia amica Linda immediatamente. È in pericolo, con loro.»
«Loro chi?»
«Jack e Daniele. Sono stati loro. Sono stati sempre loro.»
Il sacerdote mollò la presa, distrutto. «No.»
«Sì, padre. È stato Jack a compiere quel massacro. Lui e il suo amico Daniele. Per questo se ne sono andati tanti anni fa.»
«Non è possibile.» Tra l'intercalare degli affannosi respiri, il vecchio cercò di riprendere una boccata di aria fresca. «E il bambino! Dimmi che cosa sai!»
«Io non so nulla, padre, però posso scommetterci la testa. Ci pensi! Il bambino è cresciuto. Il bambino è sopravvissuto. Il bambino oggi è tornato. È lui! È lui la bestia che ho visto!»
Il prete respirò a fatica, come se avesse un nodo inestricabile in gola. «No», reiterarono le sue labbra.
«Invece sì e ne ho la dimostrazione. So per esperienza che alcune persone affette da cecità subiscono un destino diverso. Un destino per il quale i loro occhi appaiono quasi trasparenti. Io avevo un amico così, lo conobbi tanti anni fa. I suoi occhi mancavano di quei colori che normalmente vediamo negli altri.»
Il vecchio lo fissava, sconvolto. «Non è possibile.»
«Lo è eccome. E mi dica: si ricorda il colore degli occhi di quel bambino?»
«Erano dei begli occhi. Trasparenti, cristallini...» Il sacerdote alzò lo sguardo, le pupille in preda allo spavento.
«Occhi di ghiaccio», terminò la frase Ottavio.
«E come avrebbe potuto fare tutto questo? Come avrebbe fatto a uccidere quattro persone senza poterle neppure vedere?»
Ottavio sorrise. «Le persone che perdono la vista diventano spesso come quel bambino. Con occhi bellissimi, al prezzo della facoltà di vedere. Ma non è l'unica diversità. Ottengono anche qualcos'altro. È come avere una diga davanti a un ruscelletto. Se ce la metti, impedisci al fiume di seguire quella direzione, ma lui ne troverà un'altra per poter passare. Il cervello funziona con lo stesso meccanismo. Se blocchi una delle sue capacità, lui ne potenzierà un'altra.»
«Cioè?»
«L'udito, padre. Ma soprattutto l'olfatto. L'amico di cui le parlavo era capace di sentire un soffio di vento prima che arrivasse e di descrivere odori in una maniera così vivida e particolareggiata che... noi che lo ascoltavamo riuscivamo a sapere che lui aveva ragione, eppure erano odori che noi percepivamo appena. È il fiuto il motivo per il quale la bestia ha ucciso quei quattro. Quel bambino sta seguendo l'odore di Jack e Daniele. L'ha memorizzato, probabilmente. Quel bambino l'ha registrato come l'odore della morte.» La strada della comprensione si era fatta largo come un fiume durante un'alluvione. Impiegò un istante per arrivare al giudizio definitivo. «Vuole vendetta.»
«Ma è assurdo!»
«No, padre. Non lo è. Per questo gli altri sono stati aggrediti. Avevano i vestiti nella stessa borsa di Jack. Sono stati impregnati del suo odore. Ed è questo il motivo per il quale la bestia non mi ha ucciso. Quando me lo sono ritrovato davanti, quel bambino non ha fiutato l'odore di Jack. Per questo mi ha risparmiato.»
Lo sguardo del vecchio continuava a posarsi sugli occhi di Ottavio, troppo assorto in altri pensieri. L'incredulità saturava ogni riga del suo volto. Il mistero di una vita svelato, ecco cosa gli stava rivelando Ottavio.
Gli posò una mano poco sotto la spalla.
«La prego. Mi aiuti. Ho bisogno di salvare Linda. Lei è con Jack e Daniele. E la bestia non ha intenzione di fermarsi.»
Il prete rimase qualche istante ancora con la faccia contrita. Poi annuì, ritrovando improvvisamente il suo vigore. Una vampata di determinazione lo costrinse a una nuova vitalità.
«Vada dalla sua amica. Io rimarrò qui. Ho un telefono funzionante in sacrestia.»
Lui annuì, pronto per partire.
Il sacerdote lo emulò. «A breve arriveranno i rinforzi. Se posso prometterle qualcosa, è che la sua amica non farà la stessa fine dei membri di quella famiglia. Quei farabutti la pagheranno.»
Questo libro ha momenti che generano un po' di ansia, beh, è un vantaggio che mantiene le persone concentrate e forse la ragione del suo successo
Sì, è una di quelle trame un po' angoscianti, molto lontane dalle commedie che fanno "alleggerire" la giornata. D'altra parte la progettai così e su questa linea è rimasta.
Hi David, it is a pleasure to know that you write books, sometimes we discover the talents of our Steemians while visiting the blogs. It is very interesting to see how the story is developing this kind of scenario usually give such a thriller moment when reader just is fully immersed in the story and the curiosity of what is going to happen drags us and we continue reading.
Thanks for stopping by and for your feedback. I'm sorry I can't offer an English translation of the book. I'm not able to do it in a good way.
I hope to see you soon on your or my blog. Have a nice day, Stef :)
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