Un uomo - un suo caro amico - che tenta il suicidio. Possibile? Per lui la pista non è quella giusta: sotto, deve esserci qualcos'altro. Così decide di dare il via a un indagine svolta in prima persona, nonostante i riluttanti punti di vista dei colleghi. E la sua tenacia gli darà ragione, perché qualcosa nella vita del suo amico Luc era rimasta sconosciuta a molti, compreso lui. Qualcosa che accomuna persone come Luc, e di cui il comandante Mathieu Durey non ha ancora idea. Ma ne avrà presto una ben chiara, e per di più a proprie spese.

Linguaggio infarcito di espressioni taglienti, specialmente in alcune parti scritte in prima persona. La prima persona stessa aiuta a rendere il testo più accattivante. Tuttavia ci sono dei cambi di persona che stonano all'interno degli stessi capitoli, non so se per sviste di revisione o seguendo intenzionalmente un'idea. Per il resto, la scrittura è corretta, nonostante qualche volta non troppo fluida.

La trama ha faticato molto ad invogliarmi nella lettura, specialmente nella prima metà di testo. Poi subentra un tassello centrale, un misterioso filo conduttore che ravviva la lettura. Da lì in avanti sono riuscito mantenere un interesse maggiore. Devo dire che il poliziesco dalle mille piste che vengono buttate là non mi rende entusiasta, perché ho difficoltà a destreggiarmi tra informazioni davvero importanti e altre che verranno clamorosamente scartate, spesso senza aver nemmeno svolto un ruolo funzionale. Per questo mi mantengo a metà strada sulla valutazione del romanzo: da un lato lo reputo non malaccio, dall'altro non è comunque riuscito ad appassionarmi se non a sprazzi.